Savona. Corridoi semideserti, clima dimesso. Il “day after” in Comune a Savona non è dei più allegri: la sconfitta alle primarie di Livio Di Tullio, per certi versi inaspettata dal suo stesso entourage, ha lasciato strascichi nel morale di chi lo appoggiava, vale a dire quasi tutta la giunta con l’esclusione del sindaco Federico Berruti e dell’assessore a Bilancio e Sport Luca Martino. Anche perché il risultato di ieri, unito alle recenti dichiarazioni della vincitrice Cristina Battaglia, dà origine ad una situazione quantomeno insolita.
“WALKING DEAD”. Normalmente per una giunta negli ultimi mesi parte la “rincorsa” alle elezioni: gli assessori uscenti corrono in prima linea fino all’ultimo giorno per cercare la riconferma, quelli che hanno già deciso di farsi da parte corrono per i loro compagni di squadra. Anche in caso di primarie, c’è quasi sempre una parte “vincitrice” in seno all’amministrazione che punta a tornare in carica.
Questa volta, invece, sarà diverso: se Battaglia manterrà la promessa di non ricandidare nessuno degli attuali assessori, per tutti loro la corsa è in pratica già terminata a due mesi dal voto. Una giunta di fatto “dimissionata” e, ad eccezione di Martino, di (politicamente parlando) “morti che camminano” visto il sostegno al vicesindaco sconfitto. Una giunta che, di fatto, dovrebbe “correre” ad esclusivo beneficio di altri (quelli che prenderanno il loro posto) per poi tornare a lavorare. Almeno quelli che un lavoro ce l’hanno.
Vediamo nel dettaglio le varie situazioni: chi è già fuori, e chi potrebbe sperare in un “ripescaggio” e perché.