La risposta

Riforma della Costituzione, Comitato savonese risponde a Vazio: “Dichiarazioni sorprendenti”

Assemblea sindaci ValMaremola pro Santa Corona

Savona. Il Comitato per la Democrazia Costituzionale Provinciale di Savona risponde alle affermazioni dell’On. Franco Vazio sulla riforma costituzionale approvata in Parlamento e che sarà all’esame del referendum popolare il prossimo mese di ottobre.

“Vazio sostiene che sono state raccolte le istanze di riforma della Carta Costituzionale che da più parti e da molto tempo erano rivolte alla politica: ma non più tardi di dieci anni fa, nel 2006, la maggioranza degli italiani ha confermato la Costituzione del 1948 contro un tentativo di stravolgimento simile a quello attuale. Quindi, da chi sarebbero arrivate queste istanze, se il corpo elettorale non le ha mai manifestate? Forse da élites politiche ed economiche per cui la democrazia è un intralcio all’esercizio del potere e ai profitti? Forse è proprio questo che significano le parole di Vazio rispondere alle dinamiche economiche e sociali dei nostri tempi; forse a questo allude dicendo che esisteva la necessità (per chi?) di adeguare (a che cosa?) la nostra Costituzione”.

“Un altro argomento sorprendente è il riferimento all’efficienza e alla semplificazione del processo legislativo, dato che la riforma, a causa della nuova e caotica differenziazione delle funzioni di Camera e Senato e dei loro rapporti con il Governo, introduce ambiguità e complicazioni che prima non c’erano, creando ben dieci procedimenti diversi per la formazione delle leggi, in parte concorrenti fra loro: la previsione più logica sarebbe quella di più confusione e contenziosi, non di efficienza e semplificazione”.

“Stupisce anche l’argomento, peraltro demagogico, del risparmio, che inoltre è di entità irrisoria: infatti il Senato non viene abolito, e il costo del mantenimento dell’istituzione è di gran lunga maggiore rispetto a quello degli stipendi, che non rappresentano più di un quinto delle spese; se si fosse voluto un risparmio dei costi della politica, si sarebbe potuto ridurre il numero dei parlamentari, senza rovesciare l’assetto istituzionale vigente” spiega ancora il Comitato.

“Soprattutto, però, suscita scalpore un’affermazione: «con questa riforma la democrazia del nostro Paese viene rafforzata». Eliminare l’elezione diretta dei senatori rafforza la democrazia? Sottomettere il Parlamento al Governo rafforza la democrazia? Indebolire l’equilibrio di poteri e contropoteri e l’indipendenza degli organi di garanzia rafforza la democrazia? Triplicare il numero delle firme necessarie per la presentazione di un progetto di legge popolare rafforza la democrazia? Tutto questo con una legge elettorale nuova (ma simile a una legge vecchia e incostituzionale), che trasforma una maggioranza relativa, anche molto esigua, in una maggioranza parlamentare assoluta, dando così a un solo partito il potere di nominare la maggioranza dei deputati, di votare la fiducia al governo (e quindi governare da solo), di eleggere il Presidente della Repubblica, nonché i giudici costituzionali e i membri del CSM di espressione parlamentare, di dichiarare lo stato di guerra, di apportare ulteriori modifiche alla Costituzione”.

“Di fronte a questo, appare quasi irrilevante la sorpresa delle ultime parole di Vazio, che rivendica l’ampiezza del dibattito parlamentare e la correttezza dell’iter della riforma, quando tutti sappiamo che la riforma è stata di iniziativa governativa e non parlamentare, come invece sarebbe d’obbligo (infatti porta le firme di Renzi e Boschi), ed è stata approvata con ripetute forzature dei regolamenti e dei tempi di discussione, con atti gravi come la sostituzione di membri della maggioranza in Commissione Affari Costituzionali, perché critici verso l’indirizzo del governo: insomma, ha già presentato in nuce chiari esempi di quella supremazia dell’esecutivo sui rappresentanti eletti dai cittadini che, con la nuova Costituzione, diventerà la regola”.

“Ci farebbe piacere, perciò, che l’on. Vazio si rendesse disponibile a chiarire i nostri dubbi, e accettasse di confrontarsi con noi sul tema della riforma in un incontro pubblico. Siamo convinti che siano molti i cittadini ed elettori interessati a capire meglio in che cosa consiste davvero questa “riforma storica”, così come la legge elettorale “Italicum” per la cui abrogazione abbiamo iniziato a raccogliere le firme” conclude il Comitato.

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