Anche Loano ha la propria San Marino. E non si tratta di una “Serenissima Repubblica” di poco più di 60 chilometri come quella che si trova tra le province di Rimini e di Pesaro e Urbino, ma di un “libero stato indipendente” di poche decine di metri quadrati collocato nel cuore del centro storico. E che presto andrà alle elezioni.
E’ questa l’ultima provocazione lanciata dal creativo loanese Alessandro Gimelli, titolare del work-shop “The Overpass” in via Richeri. Piuttosto noto per il suo lavoro di fotografo, video-maker, attore ed educatore, nei mesi scorsi Gimelli è stato contattato da diverse gruppi politici, i quali gli hanno chiesto se avesse intenzione di partecipare alle amministrative della prossima primavera in qualità di candidato consigliere.
Gimelli ha rifiutato le proposte: “Nonostante la cosa mi abbia lusingato – spiega – ritengo di non essere all’altezza e di non avere le competenze necessarie per ‘scendere in campo’. Ma sono altre le motivazioni che mi hanno spinto a rifiutare questi inviti. Intanto il mio workshop è nato con l’intento di ospitare le arti e le arti non dovrebbero, secondo il mio pensiero, affiancarsi alla politica. Appoggiare e sostenere cause ‘trasversali’ e di interesse comune sì, essere associate a uno schieramento politico no”.
In secondo luogo, “la mia è un’attività privata ma nei suoi quasi cinque anni di apertura ha messo in atto eventi gratuiti rivolti a tutti, loanesi e non, spesso coinvolgendo figure di artisti locali e non. In questi cinque anni di attività, le persone che mi hanno contattato dov’erano? A parte la partecipazione costante di tre-quattro figure, c’è stato il nulla”.

Per questo motivo, Gimelli ha deciso di indire le prime votazioni del “Libero Stato Indipendente dell’Overpass” e invita tutti a presentarsi alle urne per avere una “Loano a regola d’arte”.
“Loanesi! Italiani! – recita l’invito di Gimelli – Dimostrate che voi, per la vostra comunità, ci siete tutti i giorni: venite all’Overpass dal 17 aprile a 31 maggio, ritirate le vostre schede e lasciate nell’urna un vostro pensiero, una citazione, una speranza per l’arte e per il nostro paese. Tutte le schede verranno esposte il 5 giugno e parteciperanno all’estrazione a sorte di un’opera targata Overpass. L’invito è rivolto a tutti gli abitanti della città di Loano e non solo, ma soprattutto a coloro che andremo a votare: dimostrate che ci siete, dimostrate che non siete loanesi solo ogni cinque anni”.
Insomma, una vera e propria provocazione rivolta prima di tutto ai candidati (di Loano ma non solo, ovviamente) che “manifestano” la loro presenza soltanto al momento di andare a procacciare voti.
Due anni fa Gimelli si era reso protagonista di un’altra celebre provocazione. A luglio 2014 il creativo loanese aveva inaugurato “Fino in Fondo”, mostra di fotografie che avevano come oggetto principale il sedere “declinato” in decine di varianti in chiave ironica e sarcastica. La rassegna aveva ovviamente il carattere del divertissement e proprio per il suo spirito goliardico ha riscosso un gran successo di pubblico fin dalla sua inaugurazione avvenuta il 21 luglio.
A settembre, però, qualche passante “inorridito” dalle immagini aveva chiesto l’intervento della polizia municipale loanese, che si era vista costretta a far rimuovere il pannello con le immagini. Ciò nonostante il carattere giocoso delle foto e in esse non ci fosse alcuna nudità esplicita o volgarità.

Il sospetto era che le immagini violassero l’articolo 725 del codice penale (Commercio di scritti, disegni o altri oggetti contrari alla pubblica decenza) che recita: “Chiunque espone alla pubblica vista o, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, offre in vendita o distribuisce scritti, disegni o qualsiasi altro oggetto figurato, che offenda la pubblica decenza, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 103 a euro 619”. Due giorni dopo aver rimosso il panello, i vigili stabilirono che le foto non violavano l’articolo e quindi che Gimelli non stava contravvenendo la legge esponendo le proprie opere in strada, per quanto discutibili potessero essere per i segnalatori.
La “censura” a cui era stato sottoposto il creativo aveva scatenato la protesta di centinaia di loanesi indignati dall’eccessivo “bigottismo”.