Tutela dei prodotti

La Regione riconosce ufficialmente le “Confraternite Enogastronomiche”

In Liguria sono sei e contribuiscono anche allo sviluppo del turismo: "Organizziamo riunioni che richiamano confraternite dall'Italia e dall'estero"

Regione. “Oggi la Liguria, finalmente, riconosce le confraternite ed è la seconda Regione in Italia che lo fa dopo la Lombardia. E’ una grossa soddisfazione per noi essere riconosciuti ufficialmente, speriamo che anche altre regioni ci seguano. Da questo momento in poi potremo usare il logo della Regione per le nostre iniziative”. Ad annunciare il raggiungimento dell’importante traguardo, in rappresentanza di tutti i “colleghi”, è Ettore Arposio, mebro della confraternita dell’Antico Ordine dei Cavalieri di Adelasia e dell’Associazione Unione Ligustica dei Circoli Enogastronomici.

“In Liguria siamo sei confraternite enogastronomiche: quella del pesto, quella dell’Ormeasco, l’Antico Ordine dei Cavalieri di Adelasia, il Circolo della Rovere di Savona, quella dell’Arci Confraternita del Chinotto e l’ordine dei Cavalieri del Grappolo d’Oro di Imperia” spiega Arposio.

“La Confraternita ha lo scopo di tutelare i prodotti che rappresenta, quelli ovviamente della Liguria, sia che si tratti di materia prime ancora da cucinare o lavorare che di piatti finiti” precisa Arposio che aggiunge: “Il grosso vantaggio delle confraternite enogastronomiche è che attirano anche turismo perché noi organizziamo degli incontri, chiamati capitoli: una sorta di riunione con le altre confraternite che arrivano anche dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Spagna oltre che dalle altre parti d’Italia”.

“Con questo provvedimento – spiega il capogruppo Piana – le associazioni vengono riconosciute a tutti gli effetti come soggetti che, in maniera del tutto volontaria, si fanno promotori della valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche locali e della tutela della cultura ligure anche in chiave turistica oltre che di trasmissione degli antichi saperi della cucina ligure. In Italia, a differenza della Francia, le confraternite enogastronomiche non sono riconosciute dallo Stato, nonostante molte di esse affondino le loro origini addirittura nell’Alto Medioevo e siano quindi depositarie di tradizioni millenarie. Con il provvedimento approvato oggi, andiamo a colmare un vuoto normativo che riteniamo fosse penalizzante sia per chi si impegna nella trasmissione di saperi secolari sia per il territorio ligure che d’ora in poi potrà ricevere maggiore impulso anche sul piano turistico dal coinvolgimento delle confraternite”.

“Forse in pochi sanno – prosegue il leghista – che in Liguria abbiamo sei confraternite enogastronomiche aderenti all’Unione ligustica dei circoli enogastronomici, con oltre 200 associati. Ogni confraternita si ispira alla tutela di uno o più prodotti del nostro territorio: dal chinotto all’ormeasco, ai vini tipici con la confraternita del Grappolo d’oro, dal pesto o più in generale alle tradizioni della cucina ligure. Oltre che delle ricette e dei prodotti delle nostre tradizioni, gli associati alle confraternite sono veri e propri depositari e promotori delle nostro agroalimentare e quindi anche delle nostre colture regionali. Fino oggi, nonostante siano in certi casi attive da 40 anni e affondino le proprie origini addirittura nell’alto medioevo, le confraternite mancavano di un formale riconoscimento da parte della Regione: dare loro una regolamentazione omogenea con requisiti precisi, che si colleghino al testo unico del terzo settore e quindi del volontariato che effettivamente svolgono sul territorio, apre alla possibilità di poterle coinvolgere in progetti per la tutela dei nostri prodotti e per la loro promozione anche attraverso circuiti interregionali di iniziative enogastronomiche tra regioni limitrofe”.

“Le confraternite, oltre a portare un tocco di sano folklore che anima sagre e fiere, ben conoscono la storia ultracentenaria delle produzioni agricole e artigianali: i loro associati potranno diventare ambasciatori perfetti per la promozione del nostro territorio in chiave turistica anche internazionale. Basti pensare che alcune confraternite, presenti in Liguria, hanno “confratelli” in tutta Europa che potrebbero diventare, a loro volta, tramite per il richiamo di nuovi visitatori anche dall’estero nella nostra regione”, conclude Piana.

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