49er

Gianfranco Sibello, professionalità e competenza al fianco di Conti e Clapcich

L'alassino è il tecnico azzurro del doppio acrobatico femminile che parteciperà a Rio 2016

GIANFRANCO SIBELLO

Alassio. Oltre dieci anni di classi olimpiche a prua del fratello Pietro, un titolo europeo, tre bronzi mondiali, tre partecipazioni olimpiche (la terza con Giuseppe Angilella) e una medaglia svanita a Pechino 2008 a causa di un’azione ai limiti del regolamento messa in atto dai danesi Warrer-Ibsen, poi diventato un caso internazionale: la carriera di Gianfranco Sibello nell’ambito del doppio acrobatico 49er è un mix di splendidi successi e grandi rimpianti, con un pizzico, anzi, una manciata di sfortuna di troppo, sempre lì, costantemente, a condizionarne l’andamento.

Chiusa l’attività agonistica dopo Londra 2012, la sua esperienza e la provata competenza, unite a una saggezza davvero fuori dal comune, sono diventate la miniera da cui l’equipaggio del 49er FX formato da Giulia Conti e Francesca Clapcich, insieme dall’inizio del quadriennio olimpico, hanno potuto attingere a piene mani, per provare a vincere quella medaglia olimpica che tutti i protagonisti di questa bella storia di sport non sono ancora riusciti ad agguantare.

Individuato dal direttore tecnico della Fiv Michele Marchesini come tecnico della disciplina del doppio acrobatico femminile, Sibello ha impiegato un tempo risibile per entrare a pieno titolo nel ruolo e diventare il punto di riferimento di Giulia e Francesca, con le quali, da ormai tre anni, lavora a stretto contatto, tra lunghe sessioni di allenamento, raduni e ovviamente regate in ogni angolo del mondo, che si tratti di un campionato europeo o di una tappa della Coppa del Mondo. Con risultati che sono sotto gli occhi di tutti, dai tre podi in Coppa del Mondo, ai due fantastici ori (un Mondiale ed un Europeo) dell’anno scorso, cui vanno aggiunti un titolo italiano, un argento europeo, ottenuto la settimana scorsa a Barcellona, un bronzo mondiale e tanti piazzamenti tra le prime cinque della classifica.

Quello di Barcellona è stato un campionato lunghissimo, perché il programma prevedeva venti prove e se n’è persa per strada soltanto una, quindi molto particolare ed estenuante. Siamo comunque riusciti a dimostrare il nostro potenziale, l’unico rammarico è che nella medal race si poteva fare un po’ meglio, ma questo ci servirà per il futuro – spiega Sibello -. La cosa che mi fa più piacere è l’aver visto sul campo che ci sono stati dei miglioramenti, ottenuti grazie al lavoro che abbiamo svolto negli ultimi allenamenti a Cagliari. Abbiamo cambiato alcune direzioni nel lavoro e stanno pagando. Al momento non voglio dire nello specifico su cosa abbiamo lavorato, sono questioni che teniamo per noi, ma abbiamo avuto solo un mese per svilupparle e per questo sono convinto che nei prossimi mesi Giulia e Francesca potranno ancora migliorare. Abbiamo visto che la direzione giusta e quindi sono molto fiducioso in proposito“.

Oltre al format del programma, all’Europeo di Barcellona dopo la serie di qualificazione la flotta è rimasta unica, senza Gold e Silver, un altro elemento in più di difficoltà per gli equipaggi migliori. “Sì, questa novità ha significato anche un approccio diverso rispetto ad altre regate – sottolinea -. Strada facendo abbiamo dovuto inventarci nuove strategie, perché 37 barche invece di 25 fanno chiaramente una certa differenza. Ce la siamo cavata bene, abbiamo avuto anche un po’ di sfortuna in una prova dove le ragazze erano prime e poi sono finite ottave, punti che sarebbe stato molto preziosi, ma sfortuna e fortuna si compensano. L’importante è essere sempre lì a giocarsela, come avvenuto anche al Mondiale di Clearwater e in tutte le regate dell’anno scorso”.

In una classe, tra l’altro, dove il livello medio è in costante crescita e ad ogni regata escono fuori nuovi equipaggi. “Assolutamente sì, basta vedere le regate che si disputano con vento sopra 20 nodi: fino a poco tempo fa bastava chiudere il percorso per riuscire ad arrivare nei primi dieci, adesso bisogna regatare e anche bene, perché se sbagli qualche bordo o fai qualche manovra errata, la paghi anche in quelle condizioni. Nel 49er FX il livello si è alzato molto, non c’è dubbio – dice Sibello -, ed è anche per questo motivo che abbiamo dovuto cambiare alcune metodologie di lavoro, per cercare di restare al passo delle altre, anzi, un passo in avanti”.

Da qui la sensazione che il famoso bicchiere sia decisamente più sul pieno, anche alla luce di questa nuova medaglia d’argento. “Certo, anche perché come ho già detto abbiamo iniziato un mese fa e quindi abbiamo ancora quattro mesi davanti a noi prima delle regate olimpiche di Rio. La strada è giusta e quello che era il mio obiettivo principale di adesso, verificare che questa nuova direzione non fosse sbagliata, ha avuto le sue conferme, quindi andremo avanti così”.

Proseguendo lungo un percorso fatto di allenamenti, sacrifici, tanto impegno e totale abnegazione da parte di Conti e Clapcich, ormai una solida realtà a livello internazionale. Il tutto, tra altro, in un contesto di calma e serenità, caratteristiche della personalità dello stesso Sibello. “Cerchiamo di vivere la realtà restando con i piedi per terra: non vogliamo enfatizzare troppo i risultati positivi, ma non vogliamo nemmeno deprimerci quando si perde. Cerchiamo sempre di analizzare con serenità la prestazione, anche perché il lavoro continua, giorno dopo giorno, e non è che possiamo perdere tempo a piangere oppure esultare. Il tempo è prezioso e dobbiamo sfruttarlo a dovere”. E se a scandirlo c’è un signore chiamato Gianfranco Sibello, tutto diventa decisamente più facile.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.