Ancora uno

Furti seriali nel ponente savonese, un altro membro della banda patteggia fotogallery

Sei degli otto membri della banda avevano già scelto la via del patteggiamento

Savona. Ha patteggiato una pena pari a 4 anni di reclusione e una sanzione pecuniaria Teofil Prelipcean, uno dei membri della banda che a settembre scorso era stata sgominata dai carabinieri nell’ambito dell’operazione battezzata “Darkness 2”.

I sei, tutti di origine rumena, si erano resi responsabili di una serie di furti in bar, farmacie e magazzini messi a segno nelle province di Savona, Genova, Imperia, Alessandria e Varese.

A febbraio sei di loro avevano patteggiato pene dai tre ai 4 anni e 4 mesi di clusione per l’accusa di associazione per delinquere finalizzata ai furti.

Altri due membri della banda, cioè Teofil Prelipcean e Albert Hysa, non avevano scelto la via del patteggiamento.

Questa mattina, invece, Prelipcean è sfilato davanti ai giudici del tribunale di Savona, con i quali, come detto, ha patteggiato una condanna di 4 anni e al pagamento di una sanzione pecuniaria

Secondo i militari del nucleo operativo della Compagnia di Albenga che per mesi li avevano monitorati (l’indagine era iniziata a maggio scorso), gli arrestati erano una banda di professionisti, che non lasciava nulla al caso e cercava di raccogliere tutte le informazioni necessarie ad “operare” in sicurezza. Il modus operandi infatti era sempre lo stesso. C’era una prima fase, quella cioè dei sopralluoghi. I malviventi si fingevano clienti. Entravano nel bar o nella farmacia per verificare orari di apertura e chiusura, la disposizione dei sensori dell’impianto di allarme e delle telecamere di video sorveglianza.

In una seconda fase, la mattina o il pomeriggio che precedevano il raid, tornavano nel locale e neutralizzavano i sensori dell’allarme con uno spray siliconico in modo che “non rilevasse le variazioni volumetriche”. Di notte, poi, avveniva il furto, solitamente fra le due e le quattro. I malviventi puntavano l’attenzione sulle slot machine che scardinavano utilizzando seghetti flessibili o cannelli a gas. Presi i soldi, scappavano e facevano perdere le tracce. Ogni colpo fruttava fra i due mila e gli otto mila euro.

In questo modo avrebbero colpito a Tovo San Giacomo, Finale, Borgio Verezzi, Loano, Pietra Ligure, Ceriale, Arnasco. Dalle indagini era emerso che l’azione della banda non era limitata al Savonese: secondo gli inquirenti – che per l’operazione avevano ricevuto anche i complimenti del comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, che era in visita al comando provinciale – hanno colpito anche a Bovolone (provincia di Verona), Acqui Terme, Caramagna, Diano Marina, Genova, Bogliasco.

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