Sos inquinamento

Emergenza petrolio, gli operatori turistici: “Il nostro mare minacciato da fattori esterni”

L'onda nera spinta dalle correnti da levante a ponente, imprenditori turistici con il fiato sospeso

Americo Pilati

Savona. Un’onda nera che si allunga dalle coste genovesi a quelle della Riviera di Ponente. Litorali in pericolo e soprattutto imprenditori turistici e pescatori preoccupati per le conseguenze dell’inquinamento marino provocato dalla fuoriuscita del greggio dalla condotta della Iplom di Busalla. “Per fortuna non è successo nulla anche se stiamo seguendo con particolare attenzione la scia di greggio che si è spostata dal Polcevera verso ponente – afferma Enrico Schiappapietra, presidente regionale del Sindacato Balneari Italiani – Nel Savonese, fortunatamente, non ci sono stati grossi problemi perché l’onda, spinta dalla corrente, ha superato il promontorio di Bergeggi, quello di Finale Ligure per poi allungarsi fino a Capo Mele. Speriamo che ora possa spingersi ancora più al largo, ma è chiaro che la situazione resta delicata”.

E mentre la Capitaneria di Porto ha mobilitato battelli e gommoni per recuperare il greggio finito in mare segue l’evolversi della situazione anche Angelo Berlangieri, presidente dell’Unione Provinciali Albergatori di Savona. “La chiazza fortunatamente è passata al largo delle coste savonesi. Se la situazione dovesse peggiorare e attaccare le spiagge – avverte l’ex assessore regionale al Turismo oggi a capo degli albergatori savonesi – ci costituiremo parte civile contro l’azienda genovese”.

“Non ci troviamo di fronte ad un caso Haven – aggiunge Americo Pilati, presidente provinciale di Federalberghi – certo comunque che il nostro mare è continuamente minacciato da terzi e tutti sanno che questa è una risorsa importante per la nostra industria turistica e quindi va tutelata. Questa volta è toccato allla Iplom, 25 anni anni fa la petroliera cipriota. Quale altro evento ci dobbiamo aspettare? La nostra Riviera, già alle prese con previsioni meteo sbagliate con molte disdette per il ponte del 25 aprile, ora deve fare i conti con un danno d’immagine piuttosto pesante come quello che sta vivendo la Liguria in questi giorni. L’emergenza petrolio di Busalla deve farci riflettere su come tutelare meglio le nostre risorse naturali”.

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