Savona. “Rinnovamento. Questa la parola su cui la coalizione della candidata sindaco Battaglia ha basato la propria campagna durante le primarie del Pd. Eppure, oggi, con la presentazione ufficiale della lista, la tanto acclamata aria di rinnovamento non si è percepita. Due assessori e sette consiglieri in carica figurano tra i nomi, Apicella e Di Padova in testa. Era stata proprio la candidata sindaco, ai tempi delle primarie, a ribadire a più riprese quanto la sua coalizione rappresentasse il nuovo rispetto al programma del suo oppositore, Di Tullio”.
“Se questo è il rinnovamento tanto decantato – sottolinea Salvatore Diaspro, candidato sindaco del M5S – la preoccupazione per le sorti di Savona cresce. Questo è l’ennesimo fatto che ribadisce come le promesse del Pd valgano solo per precisi scopi per poi essere accuratamente accantonate e mai rispettate, per poter mantener saldi non gli ideali, ma solo i propri interessi”.
“Il cambiamento del Pd? Eccolo: è rappresentato da una lista in cui sono presenti due assessori e sette consiglieri attualmente in carica, responsabili con gli altri membri della giunta della disastrosa situazione in cui versa oggi Savona. Rinnovare avrebbe voluto dire escludere a priori persone che hanno portato la nostra città dove è adesso. E lasciare spazio a persone nuove, preparate e non macchiate dai giochi sporchi che si sono susseguiti in questi anni nella nostra politica. Cosa che – dichiara il candidato sindaco – evidentemente solo il M5S ha seria intenzione di fare”.
“Non c’è stata alcuna remora, da parte del Pd savonese – prosegue Diaspro -, ad inserire nella lista personaggi che, in questi anni, sono stati al centro della cronaca politica savonese per situazioni non completamente trasparenti, per aver fatto i propri interessi a discapito di quelli della cittadinanza e per aver cercato di accaparrarsi vantaggi e poltrone a ogni costo”.
“Senza contare il fatto, ben allarmante – conclude Diaspro – che le stesse persone che avevano giurato supporto incondizionato a Di Tullio non hanno esitato un minuto prima di cambiare sponda, con la classica giustificazione di mettersi a disposizione della città, quando invece le motivazioni sono sicuramente ben altre”.