Varazze. Una preda decisamente insolita: è quella che un pescatore di Varazze questa mattina ha trovato nella sua rete, dove è finito nientemeno che uno squalo.
Si tratta di uno squalo volpe, una specie non protetta e non pericolosa per l’uomo. Generalmente misura attorno ai 3-4 metri di lunghezza per un peso di 230–250 kg, ma può crescere ben al di là di tali misure: il record di lunghezza dello squalo volpe è di 7,60 m, e rappresenta la specie più grande fra le tre ascritte al genere Alopias. La metà della lunghezza totale, tuttavia, è dovuta alla parte superiore della coda, che l’animale utilizza come scudiscio per stordire e sopraffare le prede.
Molto diffuso nei mari tropicali, lo squalo volpe nuota spesso in superficie in aree costiere, ma è presente anche alla profondità di 350 m. A dispetto delle dimensioni abbastanza ragguardevoli, gli squali volpe non costituiscono un pericolo per l’uomo in quanto esso non è visto come potenziale fonte di cibo: si tratta di animali che ad ogni modo vanno avvicinati con cautela in quanto capaci di infliggere profonde ferite coi denti e di spezzare le ossa con la potente coda. Sino ad oggi sono stati registrati un solo attacco all’uomo e quattro a barche (probabilmente dovuti ad individui pescati accidentalmente e particolarmente battaglieri), oltre a una presunta aggressione a un apneista neozelandese. Circola infine un racconto riguardante un pescatore statunitense decapitato da un colpo di coda di uno squalo volpe di 5 metri.
L’uomo, invece, costituisce un pericolo concreto per questo squalo: gli squali volpe cadono infatti abitualmente vittima dei palamiti e dei sistemi di pesca utilizzati per catturare i pesci spada. Oltre alla pesca accidentale, lo squalo volpe rappresenta inoltre un ambitissimo trofeo per i pescatori sportivi, in quanto ritenuto (assieme allo squalo mako) un fiero avversario molto difficile da sopraffare.