Genova. Giovanni De Paoli, consigliere regionale della Lega Nord, è indagato per diffamazione aggravata. Il sostituto procuratore Patrizia Petruziello lo ha iscritto nel registro dopo l’esposto presentato dal Comitato per gli immigrati e contro ogni forma di discriminazione dopo la la frase choc “se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”, pronunciata, secondo alcuni testimoni, lo scorso 10 febbraio durante un’audizione di commissione.
La frase è sempre stata smentita da De Paoli, che si è difeso sostenendo di aver detto “se avessi un figlio gay non lo brucerei nel forno”.
“Qualche orecchio malizioso – aveva detto a caldo – ha voluto cancellare il “non”, cambiando il senso completo delle mie dichiarazioni. Viene troppo facile pensare che qualcuno abbia voluto colpire chi ha accompagnato il gonfalone della Regione Liguria al Family Day, trasformando un contributo nobile in un intervento becero, quanto inesistente”.
“Non sono tranquillo, sono tranquillissimo. Adesso però – ha detto nel commentare la notizia dell’indagine De Paoli – spengo il telefonino, per una settimana non devo parlare con i giornalisti”.
leggi anche

Caso “gay nei forni” in Regione, De Paoli: “Meglio occuparsi dei veri problemi della Liguria”

Il “Comitato per gli immigrati e contro ogni forma di discriminazione” contro De Paoli

De Paoli indagato, Toti: “Magistratura faccia chiarezza”. M5S: “Non ci fermiamo”. Pd: “Convocare ufficio di presidenza”

Caso De Paoli, solidali i colleghi della Lega. Comitato immigrati: “Orgogliosi della Procura”

“Brucerei un figlio gay”, nuovo rinvio nel processo contro l’ex consigliere Giovanni De Paoli
