In carcere

Uccise 13 pazienti ricoverati in ospedale, arrestata infermiera di Savona

Fermata dai carabinieri mercoledì sera, dopo che è rientrata da un viaggio a Parigi

arrestata infermiera

Savona.  E’ accusata di omicidio volontario per la morte di ben 13 pazienti ricoverati nell’ospedale di Piombino. Una infermiera di  55 anni, Fausta Bonino, originaria della città di Savona è stata arrestata dal Nas dei carabinieri. Per diversi anni ha abitato a Saliceto, nel Cuneese.

La donna è stata fermata dai carabinieri mercoledì sera, dopo che è rientrata da un viaggio a Parigi.

A firmare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’infermiera (che dagli inizi degli anni ’80 aveva lasciato la città della Torretta) è stato il gip di Livorno Antonio Pirato. Secondo quanto accertato nel corso delle indagini condotte dai carabinieri col supporto del comando provinciale di Livorno, l’infermiera, secondo la Procura, avrebbe ucciso tra il 2014 e il 2015 ben 13 pazienti tutti ricoverati, con diverse patologie, nel reparto di rianimazione dell’ospedale toscano.

E’ emerso che erano in gravi condizioni, ma non terminali. L’infermiera savonese, secondo i carabinieri, avrebbe somministrato loro un farmaco non previsto dalle terapie prescritte.

L’arresto dell’infermiera killer conta dei precedenti. Tra i casi più eclatanti quello di Daniela Poggiali, 44enne ex infermiera dell’ospedale Umberto I di Lugo di Romagna, accusata di avere ucciso, l’8 aprile 2014, una sua paziente 78enne con un’iniezione letale di potassio, viene condannata all’ergastolo. La procura aveva chiesto la massima pena più l’isolamento diurno per un anno e mezzo, che invece è stato escluso, così come anche i motivi abbietti. La donna era stata ritratta in alcuni selfie con pazienti morti.

Un altro caso è quello dell’infermiere Angelo Stazzi, ribattezzato come ‘l’angelo della morte’. Il 25 giugno 2015 viene confermata la condanna all’ergastolo per l’uomo, accusato e già condannato a vita per aver provocato la morte di cinque anziani che erano affidati alle sue cure in una casa di riposo alle porte di Roma. In particolare i decessi avvennero nella casa di riposo ‘Villa Alex’ di Sant’Angelo Romano.

A confermare la condanna era stata la Corte d’Assise d’Appello di Roma, presieduta da Mario Lucio d’Andria, che aveva confermato la sussistenza dell’accusa per quanto riguarda due dei cinque decessi contestati mentre per gli altri ha disposto l’assoluzione dell’imputato.

Stazzi, che secondo l’accusa uccise gli ammalati tra il gennaio e l’ottobre del 2009, era già stato condannato per l’omicidio di una collega, Maria Teresa Dell’Unto.

 

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