L'inchiesta

Savona, voci in Comune: “Soldi finiti per gli stipendi”. Martino smentisce: “Falsità elettorali”

Alcune "gole profonde" rivelano: "Palazzo Sisto sull'orlo del dissesto". Tanti gli indizi "controversi", ma l'assessore smentisce punto per punto

palazzo sisto savona

Savona. Niente più soldi nelle casse comunali, nemmeno per le spese correnti e gli stipendi dei dipendenti. Un bilancio consuntivo 2015 impossibile da far quadrare, a causa di previsioni troppo azzardate lo scorso anno. Un dirigente in aspettativa per una situazione divenuta insostenibile. E l’anticipo della Tari al 16 aprile unica “ancora di salvezza” per sopperire al disperato bisogno di soldi ed allontanare lo spettro del dissesto. E del commissariamento.

Sarebbe questo l’inquietante quadro della situazione in cui versa il bilancio di Palazzo Sisto secondo quanto emerge dalle rivelazioni di alcuni dipendenti comunali a IVG.it. Un quadro che però l’assessore al Bilancio, Luca Martino, smentisce ed in parte ridimensiona, riportandolo dentro i parametri della normalità. E il mistero resta.

LA PREMESSA.
Tutto ha inizio con lo sfogo di una “gola profonda”, che chiameremo X: si tratta di un dipendente del Comune (che per ovvie ragioni chiede l’anonimato) che ha deciso di contattare la redazione per raccontare la sua verità, “lo sdegno – scrive – di un cittadino passivo allo squallore”.

Il suo racconto parte da una notizia già nota, ossia i problemi di bilancio per il Comune a causa dei derivati. Semplificando al massimo, prodotti di investimento nei quali, contrariamente al solito, il sottoscrittore (il Comune) in prima battuta non versa del denaro ma ne riceve, dovendolo restituire solo successivamente. Una forma diversa di prestito, in sostanza, alla quale si ricorre per garantire introiti e liquidità.

Altra premessa. Il Comune ha un debito di circa 100 milioni di euro, il che in sé può non essere un problema: volendo anche qui semplificare con un esempio, una famiglia che ha in banca 20.000 euro ed un mutuo sulla casa per 120.000, ha un “debito” di 100.000 euro ma non per questo è sull’orlo del fallimento. Tutto dipende da come quel debito è strutturato e da che scadenze ha: nel nostro esempio 400 euro al mese per 25 anni sono sostenibili, una maxirata da 30.000 euro tra 15 giorni non lo è.

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