Savona. “Una delle più importanti d’Europa per antichità, ricchezza del patrimonio artistico e significato culturale nel senso più ampio del termine”. Così lo studioso e storico dell’arte savonese Massimiliano Caldera definisce la processione del Venerdì Santo di Savona che ieri sera, secondo le prime stime, è stata seguita da più di 40 mila persone.
La processione del Venerdì Santo di Savona è molto più che un evento religioso: “Per gli amatori d’arte è l’occasione di vedere passare per le strade di Savona, nello scenario della città ottocentesca e medievale, il meglio della scultura ligure del sei e settecento con assoluti capolavori come le casse di Anton Maria Maragliano, che è stato il più importante esponente della fase barocca di questa stagione, o quelle di Antonio Brilla che invece rappresenta il passaggio dal Neoclassicismo al Realismo del tardo ottocento” spiega il dottor Caldera.

Un evento importante e molto sentito dai savonesi che però, proprio a causa dell’inestimabile valore della casse lignee, con il passare degli anni sarà sempre più complesso da organizzare: “Comporta uno sforzo amministrativo ed economico davvero impegnativo e si tratta di opere estremamente fragili, antiche e delicate che devono essere portate in giro per la città il meno possibile e con grande cautela”.
“Qualsiasi struttura lignea è come se fosse una sorta di dipinto su tavola: fragilissimo e quindi estremamente delicato e prezioso e per questo qualsiasi movimento diventa un rischio” spiega Caldera che però precisa che si tratta di un “rischio necessario”: “Perché comunque la processione è un rito identitario e culturale molto forte e quindi diventa importante, ma nello stesso tempo è qualcosa che non può essere ripetuto tutti gli anni”.

Anche ieri, come di consueto, la presenza dei savonesi per assistere al passaggio delle casse è stata altissima: “E’ una partecipazione corale della città. Per questo la processione è un rito stratificato che oltre all’intera collettività delle Confraternite, che sono luoghi di cultura, di arte, di fede e devozione, vede la partecipazione dei cittadini. In qualche modo ogni cassa che gira per le strade di Savona porta con sé un pezzo del patrimonio artistico delle chiese e delle opere in essa conservate, argenti, tessuti e rende tutto l’insieme un’occasione straordinaria. Certamente è una delle poche processioni italiane in grado di competere per ricchezza e sontuosità con le grandi processioni della Settimana Santa di Siviglia” aggiunge il dottor Caldera.

Lo studioso ricorda anche una delle pagine “nere” della storia della Processione del Venerdì Santo: “Purtroppo nel 2001 una delle statue più belle, quella del Maragliano, è stata mutilata da un furto vandalico per il quale ancora oggi non ci consoliamo. E’ stata sostituita da copie, ma purtroppo gli originali non ci sono più. Sono opere per le quali è difficile quantificare un valore economico anche perché non avrebbero mercato e non avrebbero significato se non nelle chiese e nella processione” conclude Caldera.
Soddisfatto per il successo della Processione anche Pietro Li Calzi, componente del cda di Opere Sociali: “La serata ci ha aiutato dal punto di vista del meteo e la processione del venerdì santo a Savona è sempre tanto partecipata. Sacro e profano insieme? Se vogliamo dirlo con una battuta sì: la processione delle casse di Savona è un evento religioso, di fede, ma anche sociale, storico e culturale. Ormai ha un carattere di internazionalità che le è riconosciuto”.