In vacanza

L’appello dell’Upa: “Pasqua in albergo, no alla sharing economy illegale”

Il presidente Berlangieri: "Occorre prevedere una puntuale regolazione delle attività"

angelo berlangieri

Savona. Soggiornate in una delle nostre strutture ricettive e ignorate quelle abusive. E’ l’appello lanciato dall’Upa, l’Unione Provinciale degli Albergatori di Savona in vista delle imminenti vacanze pasquali (le scuole chiuderanno giovedì prossimo ndr). “Gli alberghi e i residence della nostra bella Riviera sono tutti aperti, pronti ad ospitare turisti italiani e stranieri. Quindi chiediamo di scegliere il meglio e non lasciarsi convincere da offerte straordinarie che si possono trovare su internet e che molto spesso nascondono delle “trappole” o ancora peggio delle truffe – dice Angelo Berlangieri, presidente dell’Unione Provinciale degli Albergatori  di Savona – Meglio scegliere una struttura turistica riconosciuta, che lavora rispettando regole e offrendo il meglio al turista. E nel Savonese di alberghi e residence di qualità dove poter trascorrere le vacanze di Pasqua ve ne sono davvero molti pronti a soddisfare le richieste di singoli, coppie e famiglie”. Gli alberghi, le case vacanza, le case per ferie e le residenze turistiche alberghiere offrono comfort, sicurezza e soprattutto servizi adeguati.

Quello della “sharing economy”, anche per il Savonese, costituisce un fenomeno del quale anche il tessuto imprenditoriale e le relative associazioni di rappresentanza devono tener conto. “Vero anche che ci sono altri comparti che devono fare i conti con questa nuova moda – sottolinea il direttore dell’Upa Carlo Scrivano –  è in crescita l’home restaurant e il social eating. Quello che chiediamo è che vengano introdotte regole per l’economia della condivisione. Secondo noi occorre prevedere una puntuale regolazione delle attività – sul piano sanitario, fiscale, della sicurezza e amministrativo – che si estenda anzitutto ai soggetti che fungono da intermediari di operatori della sharing economy sulla rete (i cosiddetti sharing economy provider), i quali, in mancanza di una disciplina della particolare figura, rischiano di produrre e perpetuare effetti sempre più vasti di illegalità e concorrenza sleale ai danni delle imprese”.

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