Liguria. Ha fatto vittime anche in Liguria e in particolare nel ponente savonese la truffa “con ricatto pedofilo” che da qualche mese a questa parte si è diffusa su Facebook e su Skype.
Il raggiro ha un funzionamento molto semplice eppure molto ben articolato. Le vittime vengono contattate da ignoti utenti del social network (ma anche di Skype, dove è ben più difficile avere informazioni precise e immediate sugli iscritti che cercano di stabilire un contatto) con richieste di amicizia.
Una volta accettata la richiesta, le vittime ricevono dal truffatore una videochiamata a cui devono rispondere utilizzando la webcam frontale del telefono o del computer. Quando il malcapitato accetta la chiamata, il malvivente registra per alcuni secondi l’immagine del viso della vittima e poi interrompe la comunicazione.
In seguito, il truffatore monta le immagini del viso della vittima con altri video dai contenuti ben più espliciti (e di natura pedo-pornografica) e carica il tutto su YouTube inserendo una dicitura che lascia supporre che il malcapitato sia un pedofilo e che il video mostri lui (o lei) intento a compiere atti osceni in presenza di minori.
La dicitura più comune è “Tizio Caio si masturba davanti ad una bambina di 12 anni”.
A questo punto arriva la richiesta: il truffatore chiede alla propria vittima una certa somma di denaro per rimuovere il video dalla Rete. Se la vittima rifiuta, il video continua a restare su Internet, con ovvi danni per la reputazione della povera vittima innocente.
La truffa una versione più “avanzata” e colpisce quegli utenti che frequentano le chat “per soli adulti” e sono soliti utilizzare la webcam per chiacchierate a sfondo erotico nelle quali si arriva anche alla nudità. In questo secondo caso le immagini che vengono poi montate con le parti “pedofile” vengono registrate durante le chiacchierate in chat.
La truffa, come detto, circola da diversi mesi e di recente ha mietuto diverse vittime anche nel ponente savonese. I consigli per evitare di incappare in questo genere di inconvenienti sono sempre gli stessi: non accettare richieste di amicizia da persone che non rientrano già nella cerchia degli amici e non accettare chiamate da utenti dei quali non si hanno ben chiare le generalità. In ogni caso, è bene rivolgersi alla polizia postale e segnalare ogni soggetto o comportamento sospetto.