Albenga. “Se l’asilo è accreditato per 60 posti a tempo pieno, deve funzionare a pieno regime”. I consiglieri comunali di minoranza di Albenga Eraldo Ciangherotti (Forza Italia) e Cristina Porro (Lega Nord) tornano ad attaccare la maggioranza del sindaco Giorgio Cangiano a proposito dell’asilo nido comunale “Roberto di Ferro”.
Questa volta a lasciare perplessi i due esponenti di centro-destra sono le “liste d’attesa” che avrebbero impedito ad alcune famiglie ingaune di inserire i loro bimbi all’interno della struttura.
“Dopo essere stati contattati da alcune famiglie per il mancato inserimento del proprio bimbo all’asilo nido autorizzato e accreditato per 60 posti e, ad oggi, frequentato soltanto da 52 bambini – spiegano Ciangherotti e Porro – abbiamo visionato le quattro domande di iscrizione in attesa da mesi di essere inseriti e abbiamo richiesto al funzionario comunale del settore educativo di provvedere con urgenza all’ammissione dei bimbi in attesa, adottando se del caso tutti i necessari adempimenti per garantire il servizio alle famiglie della nostra città. Attendiamo venerdì per avere un quadro completo delle decisioni adottate”.
“Risulta che, da quando l’assessore Vespo è stata nominata nel 2014, la ‘sezione lattantini’ è stata soppressa e sono stati presi all’asilo soltanto bimbi dai 10 mesi in su, nonostante il Di Ferro sia accreditato per accogliere bimbi dai 3 mesi di vita. Ricordiamo che questo asilo nido comunale è stato risistemato con la precedente amministrazione di centrodestra, arrivando a funzionare a regime completo di 60 posti e ad incassare 110 mila euro di rette nel 2013”.
Invece da qualche mese a questa parte le cose non andrebbero come previsto: “Nel 2015, con la piena gestione Cangiano-Vespo, il Comune ha introitato soltanto 78 mila e 500 euro di rette per un asilo nido comunale che funziona sotto regime a 52-53 posti occupati e con inspiegabile lista di attesa. A fronte di un asilo nido comunale che tra personale dipendente, riscaldamento e funzionamento della struttura, costa a tutti gli albenganesi la bellezza di 400 mila euro nei bilanci comunali”.
“Insistiamo perché, in tempi di promesse di sburocratizzazione assicurati dal governo Renzi, l’Albenga targata Pd si svegli e la smetta di puntare sullo sfinimento degli utenti, per ottenere la rinuncia a dei servizi essenziali che una buona Amministrazione deve garantire senza se e senza ma”, concludono Ciangherotti e Porro.