Calcio

Fausto Silipo: “C’era un ragazzo che come me”

Lo speciale Settore Giovanile del ct Vaniglia

Fausto Silipo

Il nostro incontro parte dal titolo di un testo che non è solo un racconto autobiografico, ma un vero e proprio album dei ricordi, sfogliando il quale, ognuno per età o solo per averne sentito parlare, può ritrovare pezzetti di una città, intesa come comunità, che sono cristallizzati nella memoria.

Ed è questo che Fausto Silipo (classe 1949), fresco di ingaggio come allenatore della LND Under 16 e 17 ma soprattutto catanzarese ed ex campione giallorosso oltre che apprezzato mister, ha voluto mettere nel suo libro. Fausto Silipo ricordiamo per i più giovani ha giocato con Catanzaro, Genoa, Palermo e Cosenza collezionando complessivamente 65 presenze in Serie A e 267 presenze e 15 reti in Serie B. In massima serie ha disputato 3 campionati, 2 col Catanzaro ed uno con Il Genoa chiudendo poi la carriera al Castrovillari.

Nel 1984/85 ha iniziato ad allenare nel settore giovanile del Catanzaro. Ha guidato in seguito anche Catanzaro, Cosenza, Acireale e Cremonese in Serie B, oltre a svariate squadre in Serie C1, fra cui il Siena nella stagione 1997-1998 e il Crotone la stagione successiva. Dal 2002 al 2004 ha diretto la Sanremese, la squadra ligure con cui  arrivò ai play-off (anche se nella finale il Sansovino ebbe la meglio) prima di essere sostituito dal dg Antonio Soda. Nel 2007 è stato commissario tecnico della Nazionale italiana di beach soccer. Il 18 dicembre 2012 si è seduto alla guida tecnica del Matera in Serie D. Il 2 marzo 2013, dopo otto gare (sei vittorie e due sconfitte), viene esonerato dalla guida del Matera e sostituito con Marcello Chiricallo. Nel dicembre 2014 passa alla società maltese Vittoriosa Stars Football Club per lasciare l’incarico dopo alcune settimane.

Da fine 2015 è stato nominato commissario tecnico della Under 16 e 17 Lnd Italiana. Ed è in questa veste che abbiamo avuto l’opportunità di conoscerlo meglio durante lo svolgimento del prestigioso Torneo di Arco di Trento.

Esperienza, voglia di lavorare con i giovani, passione e visione di un calcio ancora romantico: questo può essere il suo ritratto.

“Si tratta di un nuovo capitolo molto stimolante  (parla del neo incarico federale) perché vado a fare, o meglio, a rifare quello che facevo dall’inizio della mia carriera quando ho curato il settore giovanile per quattro anni di Catanzaro, la mia città, e onestamente credo di aver fatto un buon lavoro e specialmente so di aver ricevuto tanto da quell’esperienza.  Penso di aver trascorso lì i miei migliori anni da allenatore dei giovani, nonostante la mia carriera sia stata lunga e io abbia ottenuto degli importanti successi da tecnico di prime squadre, il rapporto che ho avuto con i ragazzi è stato davvero molto bello perché partendo da zero abbiamo portato alla ribalta diversi giovani. Inoltre, lavoravamo per far capire che si parte in 1000 e si arriva quando va bene in due e che quindi è importante concentrarsi sullo studio. Al di là di chi è arrivato in Serie A posso dire con grande orgoglio che quasi tutti hanno ottenuto il diploma e moltissimi anche la laurea. Uno di questi ragazzi è proprio il capodelegazione Saverio Mirarchi che con il presidente Antonio Cosentino mi ha  proposto questa nuova sfida”.

Impossibile non chiedere a Fausto Silipo se ha qualche modello di riferimento: “Mi ispiro ad allenatori che hanno avuto oltre a bravura classe e signorilità e che sono stati esempio a livello umano. Tra questi Claudio Ranieri (di cui sono stato osservatore ai tempi di Roma e Inter) e sicuramente Gigi Simoni che ho avuto come allenatore a Genova e che non posso dimenticare sia come tecnico ma soprattutto come uomo. Oggi il nostro mondo è cambiato, una volta c’era più passione mentre oggi è andata a scemare a causa egli interessi, io ho una visione del calcio romantica ed i ragazzi di oggi ne hanno ancora più bisogno visto che i pericoli sono aumentati. Noi puntiamo sicuramente a farli diventare calciatori ma prima di tutto uomini, seppur con i tempi stretti cercheremo di fare uno e l’altro”.

A proposito di risultati: il calcio italiano negli ultimi anni stenta a tirar fuori giovani talenti. D’accordo sulla finale dell’Europeo Under 21, ma arrivati in fondo ne abbiamo presi quattro dalla Spagna. Se uno come Thiago Alcantara gioca titolare nel Barcellona a poco più di venti anni, in Italia uno della sua età marcisce in Lega Pro.

“La domanda è pertinente, ma non è facile lavorare con i giovani in questi ultimi anni. Si pensi che oggi i ragazzi vengono istruiti più sotto l’aspetto tattico e meno sotto quello tecnico. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti”. Inutile dire, che chi redige questo pezzo porta avanti da una vita la battaglia per la salvaguardia della tecnica individuale e che pertanto ha da piena ragione al grande mister catanzarese. Anche durante la rassegna più importante della categoria Allievi d’Italia (parliamo della 45ª edizione del Beppe Viola, una manifestazione che ha laureato Totti, Del Piero ed altri) mi è capitato di vedere partite dove i ragazzi dimostravano un’ottima conoscenza della tattica, ma dal punto di vista tecnico lasciano molto a desiderare.

“Concordo in pieno – ha concluso il nostro intervistato speciale –  oggi però puntando di più sulla quantità, si perde di vista la qualità ed un giovane che potrebbe esplodere, si perde nel mare magnum del vuoto che c’è intorno a lui”.Parole d’oro, mister Silipo e buona fortuna perchè se la merita.

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