Al lavoro

A Carcare i profughi spalano la neve, il sindaco: “Così possono sdebitarsi, questa è integrazione”

Bologna rivela: "Il primo gruppo non aveva voglia di lavorare, così ho chiesto un cambio..."

Carcare. C’è anche un gruppo di stranieri tra gli operai al lavoro in questi giorni in Valbormida per spalare strade e marciapiedi dalla neve. Si tratta di alcuni profughi senegalesi, che già da qualche tempo stanno aiutando il Comune di Carcare nelle operazioni di pulizia della città.

Il loro coinvolgimento nasce dall’idea di fondo che i rifugiati possano, in questo modo, “sdebitarsi” per l’ospitalità: “E’ giusto accogliere i profughi, ma è altrettanto giusto che loro diano una mano – spiega il sindaco di Carcare Franco Bologna – dal momento che si trovano in Italia, e lo Stato li mantiene, trovo corretto che loro dimostrino di partecipare in qualche modo alla vita sociale”.

Il primo esperimento non era andato bene: “Avevamo sul territorio in gruppo di pakistani ma, dopo un primo momento in cui sembrava volesse collaborare, si erano rivelati poco propensi al lavoro. Allora abbiamo contattato la cooperativa che li gestisce chiedendo loro di sostituirli con un altro gruppo, altrimenti ci saremmo rifiutati di accogliere nuovi migranti”.

E così sono arrivati i senegalesi con cui, invece, il rapporto va a gonfie vele. “Sono ragazzi che hanno voglia di darsi da fare – spiega il primo cittadino – lavorano molto e bene, sono educati e precisi negli orari. Ed effettivamente ci danno una mano: già prima della nevicata si occupavano della pulizia delle cunette o dei tombini, ed ora con la neve si sono messi a nostra disposizione, arrivando precisi al mattino e non lesinando gli sforzi”.

Un rapporto, conclude Bologna, che rende reciproco l’aiuto tra migranti e Stato: “A queste condizioni accoglierli ci va benissimo. Questo è il modo giusto di integrarsi, restituendo col lavoro ciò che l’Italia dà loro mantenendoli“.

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