Liguria. Nel pieno di un Sanremo arcobaleno e di dibattito sulle unioni civili, scoppia il caso in Regione Liguria. Giovanni De Paoli, consigliere della Lega Nord, sembra ci sia andato giù duro nell’esprimere la propria contrarietà ai diritti civili. “Se avessi un figlio omosessuale, lo brucerei nel forno”: questa la frase che avrebbe pronunciato secondo i rappresentanti dell’associazione Agedo, Associazione genitori di omosessuali.
Ma l’interpellato nega di aver pronunciato quelle parole. “Un grande polverone sul niente, come troppo spesso avviene quando si parla del centro destra italiano, vittima di pregiudizi evidentemente duri a finire. Non ho mai detto la frase che mi è stata erroneamente attribuita dagli organi di stampa, peraltro non presenti all’evento in questione. Al contrario la mia frase era esattamente opposta e nello specifico “se avessi un figlio gay non lo brucerei nel forno”. Qualche orecchio malizioso ha voluto cancellare il “non”, cambiando il senso completo delle mie dichiarazioni. Viene troppo facile pensare che qualcuno abbia voluto colpire chi ha accompagnato il gonfalone della Regione Liguria al Family Day, trasformando un contributo nobile in un intervento becero, quanto inesistente”.
E in sua difesa interviene anche il presidente Giovanni Toti: “Sarebbe stata una frase folle. Per fortuna mi risulta che nessuno l’abbia mai pronunciata. Non è che la vera vittima di pregiudizi resta sempre il centro-destra?”.
Intanto però si scatena la bufera politica. Inizia Francesco Battistini, portavoce del MoVimento 5 Stelle ligure. “Se avesse davvero pronunciato questa frase, saremmo di fronte a un fatto gravissimo di intolleranza, omofobia e violenza che offende in primis la comunità dei genitori omosessuali ma anche l’istituzione e i cittadini che De Paoli dovrebbe rappresentare”. Insomma “o De Paoli smentisce in maniera netta di aver pronunciato quella frase orribile e prende le distanze da una posizione del genere oppure si dimetta immediatamente dalla sua carica, con tanto di pubbliche scuse sue e del suo partito”.
E c’è anche chi, come la collega di partito Stefani Pucciarelli, si dissocia da quella frase. “Spero che il consigliere De Paoli – spiega – possa chiarire quanto accaduto oggi a margine della seconda commissione e mi auguro che tutto sia frutto di un semplice fraintendimento. Io in qualità di madre, quello che ritengo essenziale per il bene di mio figlio è la sua serenità e non la sua sessualità, tutto il resto per me è irrilevante. Quindi, mi dissocio completamente da eventuali dichiarazioni fuori luogo”.
“Le parole del consigliere De Paoli – attacca anche la capogruppo del Pd Raffaella Paita – sugli omosessuali si commentano da sole per la loro gravità inaudita. Una persona, se pronuncia frasi simili, a mio modo di vedere, non può rappresentare le istituzioni. Tutti ora si renderanno conto di cosa significa avere la destra al governo della Liguria. Toti dovrebbe prendere immediatamente le distanze da simili affermazioni e da De Paoli. Deve farlo soprattutto per tutelare i valori democratici e l’istituzione regionale. Altro che volto moderato della destra”.
Mentre il Consigliere di Rete a Sinistra Gianni Pastorino scrive al presidente del consiglio Bruzzone: “Se quanto riportato rispondesse al vero, ci troveremmo di fronte a una palese violazione della dignità dell’Istituto che rappresentiamo. Occorre sottolineare, infatti, che le affermazioni del Sig. De Paoli, nell’esercizio delle funzioni di Consigliere Regionale, non possono essere considerate quelle di un privato cittadino. Aggiungo, inoltre, che chi svolge funzioni delicate come le nostre dovrebbe avere cura di non umiliare o offendere alcun rappresentante della società civile con cui venga in contatto. Per questo siamo a chiedere l’intervento del Presidente Bruzzone per accertare le gravissime affermazioni riportate. Qualora rispondessero al vero, chiediamo un intervento che porti alle dimissioni del consigliere De Paoli dal Consiglio Regionale della Liguria, perché, a nostro giudizio, non più idoneo a rappresentare le delicate funzioni di rappresentanza sociale che noi siamo chiamati a svolgere quotidianamente”.
E il “Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione” ha già lanciato una petizione da firmare e da presentare al Governo Matteo Renzi ed al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella contro le parole del consigliere De Paoli: “Chiediamo le sue immediate dimissioni non soltanto perché una frase del genere sarebbe molto grave nei confronti dei bambini e genitori degli omossessuali, ma è anche per il solo richiamo ai forni dove le persone, come noi Jugoslavi e gli Ebrei, venivamo bruciati nei campi di concentramento”.