Petizione

“Salviamo il lupo”: no all’abbattimento legale, la battaglia di WWF e ambientalisti

lupi

Val Bormida. Ha fatto di recente la sua comparsa nei boschi della Val Bormida ma non solo, la sua presenza è stata avvistata anche vicini ai centri abitati. Il lupo è tornato e il WWF ha lanciato una petizione proprio quando dal Parlamento arrivano chiari e autorevoli segnali contrari all’abbattimento legale dei lupi, previsto nella bozza del “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”, proposto dal Ministero dell’Ambiente all’attenzione delle Regioni, che devono presentare le loro osservazioni ed emendamenti al testo entro il 26 febbraio.

In un ordine del giorno passato il 18 febbraio alla Camera dei Deputati (prima firmataria Patrizia Terzoni), con il parere positivo del Governo, si chiede espressamente di vietare ogni azione finalizzata all’abbattimento del lupo, seppur rimandando ad approfondimenti sulla possibile applicazione delle deroghe previste dalle norme comunitarie.

Anche il presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, ha voluto autorevolmente confermare e rafforzare, con un suo comunicato, la validità dell’iniziativa dichiarando: “E’ una pessima idea permettere l’abbattimento legale del lupo”.

“Ambientalisti e parlamentari sono concordi nel ricordare che esistono norme nazionali e internazionali che tutelano questa specie, ancora a rischio per un diffuso bracconaggio e per l’ibridazione con cani randagi e vaganti, a cominciare dalla Direttiva Habitat 92/43/CE e dal DPR n. 357/1997 di recepimento delle norme comunitarie. Mentre non è giustificato l’allarmismo sulla pericolosità del lupo (visto che è dal 1825 che nel nostro Paese non si registrano attacchi di lupi all’uomo, come ricordato dal Presidente Realacci), sono invece assolutamente accertati gli episodi illegali e cruenti di bracconaggio (che rappresenta la principale causa di mortalità del lupo in Italia, si legge nell’Ordine del Giorno, prima firmataria Patrizia Terzoni)”.

“I parlamentari sono in particolare d’accordo con il WWF sulla necessità di rivedere il Piano d’azione proposto dal Ministero, individuando tutti gli strumenti che consentano alle comunità e alle amministrazioni regionali e locali, agli ambientalisti, agli agricoltori e agli Enti Parco di collaborare attivamente insieme per la conservazione di una specie così importante, individuando anche le necessarie forme di tutela degli allevatori”.

“Ora sta alle Regioni lanciare un chiaro segnale al Ministero dell’Ambiente coerente e conseguente all’indirizzo dato dal Parlamento. L’invito alle Regioni è di sostenere lo stralcio del capitolo III.7, che consente l’applicazione della deroga alla tutela del lupo, proposto dal Ministero dell’Ambiente che, tra l’altro, ha dovuto già registrare le critiche alla bozza di Piano rivolte dal Ministero della Salute”.

Per questo il WWF nella sua Petizione chiede che dall’azione concorde delle istituzioni e dal Piano emerga un maggiore impegno per aumentare la lotta al bracconaggio, aumentare il contrasto al randagismo, oltre ad una applicazione e valutazione dell’efficacia degli strumenti di prevenzione e protezione dei danni alla zootecnia; garantire un tempestivo e completo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, senza disparità di trattamento tra le diverse Regioni; l’attuazione di una seria e costante campagna per la tutela del lupo con particolare riguardo al ruolo svolto dai mezzi di informazione; infine, l’avvio di un monitoraggio della specie a scala nazionale e scambio delle informazioni a livello trans-frontaliero per le Alpi.

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