Cairo Montenotte. Una struttura all’avanguardia, in grado di risolvere parte dei problemi “ecologici” della nostra provincia e anzi di gran parte della regione. E’ il nuovo biodigestore di Ferrania Ecologia realizzato nella frazione di Ferrania di Cairo Montenotte.
Il taglio del nastro del nuovo impianto, che è il primo del suo genere in Liguria, è avvenuto questa mattina alla presenza del presidente della Regione Giovanni Toti, del presidente della Provincia Monica Giuliano, del sindaco di Cairo Montenotte Fulvio Briano e dei presidenti delle società azioniste di Ferrania Ecologia, Stefano Messina (gruppo Messina), Antonio Gozzi (Duferco Energia) e Claudio Busca (Fg Riciclaggi) che è anche presidente di Ferrania Ecologia.
Il biodigestore trasforma i rifiuti organici in energia elettrica e compost attraverso un processo naturale compatibile e rispettoso dell’ambiente e del territorio in cui si trova. La sua attività sarà avviata con la trasformazione della prima tonnellata di Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano (Forsu), conferito attraverso la raccolta differenziata organizzata dai Comuni.
“Questo progetto è stato avviato nel 2011 e oggi vede la luce – dice soddisfatto Claudio Busca, presidente di Ferrania Ecologia – Nonostante le lungaggini burocratiche e operative, data la complessità dell’intervento, ho sempre creduto nella realizzazione dell’impianto: la costanza e disponibilità che abbiamo incontrato a tutti i livelli (funzionari, dirigenti, politici che hanno condiviso le scelte imprenditoriali, ai quali va un particolare ringraziamento per la loro lungimiranza) nonché la collaborazione con due importanti gruppi imprenditoriali partner nell’iniziativa, hanno permesso di raggiungere questo importante risultato”.
“L’inaugurazione offre la possibilità ai partecipanti di rendersi conto che l’impianto non è inquinante né pericoloso, che opera nel massimo controllo ambientale e in condivisione con la comunità del territorio. Voglio pertanto ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa opera, auspicandoci che l’operazione avviata sia solo l’inizio di una durevole e proficua collaborazione con tutto il territorio Ligure”.

Aggiunge Stefano Messina, presidente del Gruppo Messina: “Questo è per noi un giorno molto significativo: si tratta di un passo decisivo nel percorso di re-industrializzazione del sito di Ferrania. Negli ultimi dieci anni abbiamo investito ingenti risorse su questo territorio, in particolare nel settore delle energie rinnovabili, nonostante le difficili condizioni di mercato, soprattutto fotovoltaico. Questo impianto rappresenta il mantenimento di un impegno verso il territorio ed è il simbolo della forte spinta imprenditoriale realizzata insieme ai nostri partner Fg Riciclaggi e Duferco Energia. Ma rappresenta soprattutto la tendenza ‘Pimby’, cioè “Please in my backyard’. Questo è stato possibile grazie al sostegno delle pubbliche amministrazioni locali”.
“Questa operazione rappresenta un nuovo modello di investimento – prosegue – nel quale si incontrano competenze, professionalità ed esperienze diverse di realtà che condividono gli stessi valori, e ci auguriamo che possa rappresentare un esempio per percorsi futuri: Ferrania Ecologia è la dimostrazione che in Liguria, a dispetto della crisi, è ancora possibile fare impresa, portando avanti operazioni imprenditoriali con sinergie tra gruppi diversi, mettendo le proprie competenze a fattor comune per dare vita a progetti di grande rilievo per il territorio”.

Aggiunge Antonio Gozzi, presidente Duferco Energia: “Sono contento di aver avviato questa collaborazione con due realtà importanti come Finemme – Gruppo Messina e con Fg Riciclaggi, unendo le forze per la realizzazione del primo biodigestore della Liguria. Questa è un’opera importante per la nostra regione. Spero che questa collaborazione possa proseguire e possa produrre molti risultati positivi, nonché dare vita ad altre iniziative analoghe”.
“Oggi è il giorno della festa e della dimostrazione che si possono fare impianti moderni e tecnologici e a bassissimo impatto ambientale anche in Liguria. Credo che questo biodigestore sia una tappa importante per tutta la regione. E’ la tecnologia più moderna e a più basso impatto ambientale per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani della frazione unica. La Liguria ha bisogno di impianti strettamente connessi alla raccolta differenziata. Quanto più crescerà la raccolta differenziata tanto più ci sarà bisogno di impianti come questo. E noi siamo convinti di questa tecnologia e di questo tipo di impianti. Naturalmente l’idea del gruppo con Messina e Busca è quello di occuparsi innanzitutto di Liguria, ma se ci saranno delle opportunità da cogliere anche fuori Liguria e in altre regioni le sfrutteremo”.

La presenza di un biodigestore a Ferrania di fatto aiuterà le amministrazioni comunali a contenere i costi, dato che per conferire la frazione umida non ci sarà più bisogno di andare in Piemonte ma basterà imboccare la strada che porta a Cairo Montenotte: “In assenza di impianti moderni come questo il costo di smaltimento oggi è altissimo – fa notare Gozzi – I sindaci che devono fare i conti quotidianamente con i bilanci e le tariffe che applicano ai loro cittadini sono interessatissimi a trovare soluzioni efficienti e qualitativamente elevate. La posizione vicino al basso Piemonte è strategica e renderà la struttura attraente anche per i nostri vicini. Parte della Liguria (la provincia di Savona e anche Genova) conferirà l’umido qui: questo è un segnale del fatto che ci stiamo occupando dei problemi della nostra regione”.
“Allargare bacino all’intero nord ovest? – si chiede Messina – E’ un po’ ambizioso, da liguri siamo sempre molto cauti. Certamente competenze, capacità e dimensioni dei tre partner possono far pensare che ci sia l’ambizione di una graduale e prudente crescita, però direi che questa sarà legata soprattutto al nostro territorio”.

“Questo impianto rappresenta un passo importante – aggiunge il presidente della Regione Giovanni Toti – Prima di tutto perché evidenzia il fatto che pubblico e privato possono marciare insieme verso un corretto metodo di smaltimento dei rifiuti. E’ noto che la Liguria è in una delle peggiori situazioni nel Nord Italia e che il problema sia stato ampiamente trascurato. Stiamo cercando di correre velocemente ai ripari: dopo legge sulla raccolta differenziata, creeremo una filiera di smaltimento che sia sana, corretta, ambientalmente compatibile e moderna. Questo è un primo passo”.
“La differenziata deve molto crescere: ci sono situazioni come quelle di Genova che sono molto gravi e ce ne sono altre in via di miglioramento. Stupisce che le giunte di sinistra abbiano ritenuto il problema talmente irrilevante da non fare assolutamente nulla. I rischi ambientali vengono da non affrontare la situazione. Questa regione ha vissuto con discariche come quella di Scarpino e raccolta incompatibile con la moderna civiltà del riciclo e oggi ci si preoccupa di impianti del genere che non procurano alcun inquinamento? La preoccupazione è restare come si è, non costruire impianti nuovi come questo”.

“Questa nuova struttura rappresenta per noi un passaggio importante in termini di impiantistica – spiega il presidente della Provincia Monica Giuliano – In questi mesi la Provincia di Savona ha approvato la costituzione dei tre bacini di conferimento in cui verrà articolato il nuovo sistema che dovrà traguardare il 2020. Abbiamo bisogno di razionalizzare e avere impianti come questo, che ci permetterà di poter conferire non fuori regione la frazione umida. Si tratta quindi di un primo passaggio importante perché se da una parte i Comuni in questi mesi hanno cominciato a riorganizzare i sistemi di raccolta per arrivare agli obiettivi minimi di legge, dall’altra a necessità è quella di avere un’impiantistica che ci permetta di essere autosufficienti”.
Il passato sono le discariche, il futuro i biodigestori: “La provincia ha già le sue discariche e non pensa assolutamente a crearne di nuove. Mancavano degli impianti di trattamento che permettessero di utilizzare la discarica come ultimo anello del processo di raccolta e smaltimento. Questa nuova struttura e la realizzazione di quelle che saranno altre strutture simili previste a fianco delle nostre discariche ci permetteranno di avere un sistema non solo di raccolta ma anche di smaltimento nel quale la discarica dovrà diventare veramente l’ultimo punto di conferimento”.
A questo punto, però, occorre fare in modo che la raccolta differenziata sia più efficiente: “Gli atti di indirizzo della Provincia di Savona in questi ultimi mesi ci porteranno ad avere gestori unici per i tre bacini entro il 2020. Ma da qui al 2020 tutti i contratti che andranno rinnovati nei diversi comuni dovranno garantire un sistema di raccolta che dovrà raggiungere i propositi di legge, il 65 per cento di differenziata e quanto imposto dalla Regione entro fine anno. Direi che in questo senso c’è stato un impulso molto forte dovuto sia alla legge regionale che ha rafforzato la necessità di raggiungere questo obiettivo sia ad un atto di indirizzo nei confronti dei sindaci fatto a dicembre. Molti Comuni si sono già adeguati nel 2015, ma il 2016 sarà l’anno più importante nel quale gli altri Comuni tenteranno di raggiungere questi obiettivi. Scontiamo un ritardo profondo di molti anni, ma direi che oggi siamo in grado di recuperare non solo perché ora ci sono degli impianti ma perché le amministrazioni stanno contrattando i nuovi sistemi con le società per arrivare a questi risultati”.

“Per noi questo impianto rappresenta una scommessa che è partita alcuni anni fa e che oggi si compie – commenta il sindaco di Cairo Fulvio Briano – Avevo inserito questo progetto nel programma elettorale del 2012 come una scommessa della città di Cairo. Vederlo realizzato e vedere tante persone che ci credono e lo sostengono è un motivo di grande soddisfazione”.
“Prima di proporlo a Cairo sono andato a visitarne alcuni. Erano in altre regioni e mi sono chiesto perché non ce ne fosse uno simile anche in Liguria. Chi conosce questo tipo di impianti sa che non inquinano e questa è una struttura che ha un criterio di innovazione superiore a quello di altri e non avrà alcun impatto negativo sulla cittadinanza. Dal punto di vista della politica industriale dei rifiuti è la chiusura del ciclo che in Liguria manca. Non si può pensare di continuare a gettare i rifiuti in discarica, quindi credo che sia una grande e responsabile risposta di Cairo alla Liguria”.
“Siamo in un comune che, tra quelli superiori ai 10 mila abitanti, è riuscito tra i primi a raggiungere livelli di differenziazione del rifiuto ottimali, con il 78 per cento. Se pensiamo che in questo impianto andiamo a conferire tutto l’umido prodotto dalle famiglie credo che stiamo dando una buona risposta e un buon esempio di quello che si deve fare circa la politica di smaltimento dei rifiuti. “Abbiamo fatto anche gli interessi dei cittadini di Cairo grazie ad una tariffa di conferimento agevolata rispetto al mercato: questo porterà un risparmio per tutti”.
“Per ora questo è un impianto che è sul libero mercato tarato sulle capacità e potenzialità di conferimento dell’umido della provincia di Savona. Poi, come tutti gli impianti che sono sul libero mercato, andrà a cercare l’umido dove verrà dato. Ma deve essere un segnale e uno sprone per i comuni della provincia i Savona per arrivare una differenziazione dell’umido tale per cui l’impianto possa essere da loro utilizzato per il conferimento”.
“In Italia si può fare ancora impresa se tutti gli attori, amministrazioni pubbliche comprese, fanno il loro lavoro e lo fanno seriamente. Da questo punto di vista devo ringraziare anche chi, all’interno del Comune, ha seguito questo iter. Mi sembra che anche la soddisfazione del privato che ha investito pesantemente in questo impianto dimostra come la collaborazione sia stata ottimale”.

Nonostante il livello tecnologico e l’importante dell’impianto, la realizzazione del progetto non è stata facile e si è dovuta scontrare con il parere negativo dei gruppi ambientalisti: “Ai contestatori – risponde oggi Messina – replichiamo con il lavoro, con il rispetto delle leggi, la professionalità, gli investimenti, non certo con provocazioni di carattere polemico. Siamo rispettosi di qualsiasi opinione, ma ribadiamo nella maniera più assoluta che non ci saranno rischi ambientali: è stato fatto tutto in maniera trasparente, perciò il problema non esiste”.
La sentenza del ricorso al Tar presentato dal fronte del “no” è arrivato ieri ed è stata negativa: “I tempi della giustizia a volte non coincidono con i tempi delle inaugurazioni, ma in questo caso è stato così – osserva Gozzi – Siamo contenti: eravamo convinti della totale infondatezza dei motivi dei ricorrenti. Spesso in queste vicende succede che si facciano ricorsi un po’ avventati. E’ bene che anche il movimento ecologista si confronti con la bontà di queste tecnologie e si renda conto che questo è il futuro. Le discariche sono bandite dalla Ue, gli inceneritori hanno i problemi noti. Una tecnologia biologica che trasforma la frazione umida in energia è quanto di meglio oggi il mercato offra”.