Villanova d’Albenga. Un corteo imponente, di quelli che si è abituati a vedere nelle grandi città come Genova o Savona. O quantomeno nei paesi di dimensioni importanti, come era a Finale Ligure. E invece la nuova sede di Piaggio è Villanova d’Albenga: lo sciopero dei lavoratori dell’azienda aeronautica diventa quindi a suo modo un “evento” per il piccolo paese dell’entroterra ingauno, di certo meno avvezzo a proteste di queste dimensioni.
Se il numero dei manifestanti non è superiore al totale degli abitanti di Villanova (circa 2500) poco ci manca: e così, mentre i lavoratori si dirigono verso il Comune, i residenti si affacciano alle finestre a curiosare, scendono in strada, fanno fotografie. Anche perché si tratta del primo sciopero di Piaggio a Villanova, un piccolo pezzo di storia sia per il paese che per l’azienda: “Veramente speravamo di non doverlo mai iniziare – commenta Paola Boetto della Rsu – perché speravamo di iniziare qua una vita diversa e soprattutto immaginavamo di poter far rientrare il prima possibile le persone che erano in cassa integrazione. Però, proprio perché è un paese piccolo, forse siamo ancora più compresi… A noi piacciono le cose che si capiscono, gli impegni si portano in fondo. Noi proveniamo tutti dalla campagna: i nostri nonni erano di quel mondo lì, ‘se si dice una cosa si fa’… ed ora non sta accadendo. E questo non si può capire meglio che in un posto come Villanova”.
All’arrivo in Municipio ad attendere il corteo c’è il sindaco, Pietro Balestra. “Siamo preoccupati quanto i lavoratori – le sue prime parole – perché nessuno si aspettava di essere in questa situazione un anno e mezzo dopo che ci han detto certe cose“. Sotto accusa, anche per il primo cittadino, il management di Piaggio: “Ci credo che i lavoratori sono molto arrabbiati, lo siamo anche noi – tuona il primo cittadino – di queste cose faremmo volentieri a meno…”.
Di certo ben pochi si aspettavano che, a così poco tempo dal trasferimento a Villanova, potesse verificarsi uno sciopero dei lavoratori anche perché, ha spiegato il sindacalista di Fiom Cgil Andrea Pasa, si credeva che con l’approdo al Panero i problemi fossero definitivamente alle spalle. “Lo pensavamo tutti – conferma il sindaco – speriamo che anche il corteo di oggi serva a sensibilizzare chi di dovere perché risolva questi problemi. Se è vero che ci sono delle commesse che non vanno avanti per mancanza di liquidità ci devono spiegare il perché… perché hanno fatto un piano industriale che a un anno e mezzo di distanza non è attuato”.
“Comunque adesso ci attiveremo – conclude Balestra – convocherò anche i sindaci del comprensorio per dare più forza al nostro intervento”.