Villanova d’Albenga. Gli elementi del possibile successo ci sono tutti: uno stabilimento nuovo, le commesse, i lavoratori, un programma di sviluppo. Eppure parte di loro è finita ugualmente in cassa integrazione. Perché?
E’ certamente questa la domanda che si sono posti con maggiore frequenza i dipendenti della Piaggio di Villanova d’Albenga che questa mattina hanno bloccato lo stabilimento e poi hanno manifestato in corteo contro la decisione dell’azienda di confermare la procedura di cassa integrazione per 200 lavoratori tra Villanova e Sestri (in aggiunta agli oltre 150 già in cassa).
Una decisione che i sindacati hanno definito “unilaterale” e soprattutto “ingiustificata”, anche alla luce dei previsti carichi di lavoro 2016. In tanti, quindi, si sono chiesti i motivi per cui l’azienda abbia deciso di procedere con questa mossa visto il recentissimo investimento per trasferire il sito produttivo da Finale a Villanova e le tante commesse arrivate nell’ultimo periodo.
“Siamo qua a chiedere il perché – si chiede un dipendente – Abbiamo lo stabilimento nuovo, abbiamo le commesse, abbiamo i programmi di sviluppo e siamo in cassa integrazione? Qualcuno deve spiegarcelo. Il Governo deve farsi da garante e fare in modo che qualcuno ci spieghi il perché di tutto questo. Da soli non riusciamo”.
“Nessuno se l’aspettava – commenta sconcertato un dipendente – Pensavamo che le cose andassero diversamente. Anzi, dovevano andare diversamente. L’ha detto anche la nostra dirigenza qualche giorno fa. Invece è stato tutto il contrario di quello che hanno detto. E così siamo qua a manifestare”.
“Qualcosa che non va c’è se siamo fermi e ci vogliono mandare a casa – sospetta un dipendente – Siamo molto preoccupati. In ballo c’è il nostro stipendio, la nostra vita”.
“Siamo preoccupati – dice un altro lavoratore – Quando ti mettono in cassa non puoi non essere preoccupato. Ma c’è anche speranza perché a appunto la situazione è buona”.
Il lavoro, come detto, non mancherebbe. E i dipendenti questo vogliono fare: lavorare: “Ci hanno costretti a manifestare – conferma un altro ‘piaggista’ – Ci hanno portati a questo punto e così ora siamo qui. Vogliamo solo lavorare, punto”.