Deserto

Niente più operatori ai caselli della Torino-Savona, sindacati in rivolta: “Rischio per gli automobilisti”

"Le autostrade sono un bene pubblico, realizzato con i soldi delle tasse di tutti"

casello autostrada

Provincia. I rappresentanti sindacali dei lavoratori dell’autostrada A6 Torino-Savona hanno dichiarato lo stato di agitazione in quanto “l’azienda, unilateralmente, ha preso decisioni di utilizzo del personale che costituiscono i presupposti per ‘desertificare’ la presenza di addetti presso i caselli”.

“La società, incurante del percorso di trattativa in atto, calpesta le regole fissate nella legge, nel contratto e dagli accordi ed impedisce di realizzare quel servizio ai cittadini che utilizzano l’autostrada che i lavoratori ed il sindacato si auspicano e propongono a loro vantaggio”.

“La chiusura delle piste con operatore, se realizzata senza adeguare i caselli alla possibilità di assistere chi è in difficoltà, la scelta di ignorare che, senza investimenti strutturali, è contro il codice della strada fermarsi alle stazioni, con automobilisti che ‘vagano a piedi’ per le stesse stazioni, con rischi per la loro incolumità, alla ricerca di persone addette a cui pagare gli scontrini di mancato pagamento di cui spesso non hanno responsabilità. Sono queste alcune fra le situazioni che il sindacato denuncia e che l’azienda ha deciso di ignorare”.

I sindacati vogliono ricordare che “le autostrade sono un bene pubblico, realizzato con i soldi delle tasse di tutti, date in concessione affinché la loro gestione realizzi con efficienza la possibilità di utilizzarle per la libera circolazione delle persone e delle merci”.

Per questo motivo il sindacato chiede “che questo bene pubblico sia gestito come un servizio, a vantaggio di tutti e in maniera efficace, non di ridurlo a gabella medievale per la quale si paga solo per passare, ma gli eventuali disservizi sono tutti a carico dell’utenza. Disservizi che gli addetti dell’esazione, per come è descritta nel contratto la loro mansione, dovrebbero e vorrebbero risolvere immediatamente, ma che la ‘Verdemare’, in alcuni casi, ha persino reso difficilmente superabili perché ha chiuso il Centro Servizi di Moncalieri (e, dal primo marzo, saranno chiusi anche quelli di Villanova d’Asti sulla A21 e di Rondissone sulla A4) costringendo chi ha problemi, magari senza colpa, a sopportare l’onere di recarsi solamente al Centro di Settimo Torinese, con perdita di tempo, denaro e qualche momento di ‘arrabbiatura’”.

I lavoratori e il sindacato della Torino-Savona con la loro protesta si augurano “che le scelte aziendali non siano la prima mossa verso la completa cancellazione della presenza umana in autostrada, al casello; un ‘deserto’ pagato a caro prezzo se i cittadini che la utilizzano si trovassero in difficoltà. Il nostro impegno è pertanto di tenere informati i cittadini della loro vertenza e delle azioni che intraprenderanno, se non si aprirà un dialogo costruttivo e ragionevole con l’azienda”.

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