Vendone. “Mia mamma deve essere qui, nascosta tra i rovi in qualche dirupo”. Non parla di cadavere, ma di ossa da recuperare Tanya D’Addesa sempre più convinta che la madre, Frigentina Del Rosario, sia stata uccisa.
Due anni dopo la scomparsa della donna di origine venezuelana il cronista di Ivg è tornato tra i boschi con la figlia. Non si dà pace e vorrebbe riservare quantomeno ai resti della mamma una degna sepoltura. Posare un fiore su una tomba dove poterla piangere e raccontare di quanta fatica ha fatto per trovarla è un diritto. Tutto comprensibile per una figlia che da due anni viaggia da Roma a Vendone nella speranza che questo incubo finisca per sempre. “E così – dice Tanya – né io né mio marito smetteremo mai di cercarla. Utilizzeremo tutte le tecnologie possibili e immaginabili, anche quelle più sofisticate, ma quei resti dovranno saltare fuori prima o poi da queste vallate che hanno inghiottito mia madre”.
Due febbraio 2014 alle 17 alla Crosa di Vendone nevischiava. Due anni dopo, l’inverno tra i più caldi della storia, regala solo un po’ di nebbia e qualche nube bassa. Aria di pioggia e di lacrime che non scendono sul volto di una bella ragazza in cerca della madre.
“Camminiamo sopra la Crosa, tra sentieri e dirupi. Faccia attenzione che qui si scivola facilmente. Vede? Qui i soccorritori hanno passato e ripassato ogni anfratto, ma non è mai stato trovato nulla. Poi un bel giorno sono saltate fuori delle ciabatte, un giubbotto, un coltello. Tutto molto strano vero? Forse fatto ad arte da qualcuno per depistare le indagini – dice Tanya mentre si avvolge nel suo giubbotto nero e si alza il cappuccio sulla testa – Vede questa valle? Mia mamma la conosceva bene. Adorava camminare nel bosco, era molto prudente non avrebbe mai rischiato la pelle. Non si sarebbe mai addentrata tra i rovi o in quei dirupi a strapiombo. No, non era il tipo”.
Ci si addentra nella boscaglia: si cercano ossa e invece si trovano sacchi dell’immondizia, cartoni e addirittura frigoriferi scaraventati lungo i dirupi che costeggiano la strada provinciale che collega Vendone ad Arnasco. Qui ci sono tanti maleducati che si sbarazzano di ogni cosa e non hanno rispetto per l’ambiente. E forse neppure delle persone. “In questi giorni sono tornata a Vendone e ho affisso manifesti ovunque. Rivoglio la mia Rosi perché ha diritto di essere rispettata da tutti come donna e come madre”, ripete mentre mi fa strada tra l’immensa campagna di Vendone.
C’è un’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Savona. S’indaga per omicidio. Chi l’ha uccisa? ” Forse sono stati i bracconieri – risponde Tanya – Da queste parti andavano a caccia dei cinghiali quando la caccia era chiusa: chissà, magari l’hanno scambiata per uno di quei bestioni e dopo averla uccisa hanno sepolto il cadavere. E’ una ipotesi, ma quanto basta per non farmi chiudere un occhio la notte da due anni”.
Sono trascorsi infatti 24 mesi dalla scomparsa di Frigentina e con Tanya il cronista di Ivg ha ripercorso tutti i sentieri e alcune terrazze coltivate da maestosi ulivi per cercare qualche indizio. “Non troviamo nulla. Abbiamo già percorso mille volte questi sentieri. Qui serve qualcosa di importante, di più tecnologico”. Forse il suo desiderio non cadrà nel vuoto. C’è qualcuno che sta pensando anche a questo.