"darkness 2"

Furti seriali nel ponente savonese, sei patteggiamenti: pena complessiva superiore ai 22 anni di reclusione fotogallery

La banda era stata sgominata nel settembre scorso dai carabinieri di Albenga

Savona. Nel settembre scorso otto persone erano finite in manette nell’ambito dell’operazione, battezzata “Darkness 2”, che aveva permesso di sgominare una banda accusata di una serie di furti in bar, farmacie e magazzini messi a segno nelle province di Savona, Genova, Imperia, Alessandria e Varese. Questa mattina, sei di loro, tutti di nazionalità romena, hanno patteggiato pene dai tre ai 4 anni e 4 mesi di relcusione per l’accusa di associazione per delinquere finalizzata ai furti.

Si tratta di Marian Niculae (4 anni e mille euro di multa); Alin Constantin Badila, Gheorghe Marian Troncas (entrambi quattro anni e 900 euro di multa);  Ioan Ovidiu Saranciuc (quattro anni e quattro mesi e 1000 euro di multa); Daniel Iacob Tudorel (tre anni e due mesi e 400 euro); George Bulgaru (tre anni e 400 euro di multa).

Insieme a loro in manette erano finite altre due persone, Teofil Prelipcean e Albert Hysa, che non hanno scelto la via del patteggiamento e di conseguenza devono ancora essere giudicati.

I colpi contestati alla banda nelle ordinanze cautelari in carcere (solo a Badila e Troncas nel frattempo sono stati concessi i domiciliari) firmate dal gip Fiorenza Giorgi su richiesta del pm Chiara Venturi erano ventuno, ma, i carabinieri dopo gli arresti, ne avevano scoperti altri otto che sarebbero stati da attribuire a loro.

Secondo i militari del nucleo operativo della Compagnia di Albenga che per mesi li avevano monitorati (l’indagine era iniziata a maggio scorso), gli arrestati erano una banda di professionisti, che non lasciava nulla al caso e cercava di raccogliere tutte le informazioni necessarie ad “operare” in sicurezza. Il modus operandi infatti era sempre lo stesso. C’era una prima fase, quella cioè dei sopralluoghi. I malviventi si fingevano clienti. Entravano nel bar o nella farmacia per verificare orari di apertura e chiusura, la disposizione dei sensori dell’impianto di allarme e delle telecamere di video sorveglianza.

In una seconda fase, la mattina o il pomeriggio che precedevano il raid, tornavano nel locale e neutralizzavano i sensori dell’allarme con uno spray siliconico in modo che “non rilevasse le variazioni volumetriche”. Di notte, poi, avveniva il furto, solitamente fra le due e le quattro. I malviventi puntavano l’attenzione sulle slot machine che scardinavano utilizzando seghetti flessibili o cannelli a gas. Presi i soldi, scappavano e facevano perdere le tracce. Ogni colpo fruttava fra i due mila e gli otto mila euro.

In questo modo avrebbero colpito a Tovo San Giacomo, Finale, Borgio Verezzi, Loano, Pietra Ligure, Ceriale, Arnasco. Dalle indagini era emerso che l’azione della banda non era limitata al Savonese: secondo gli inquirenti – che per l’operazione avevano ricevuto anche i complimenti del comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, che era in visita al comando provinciale – hanno colpito anche a Bovolone (provincia di Verona), Acqui Terme, Caramagna, Diano Marina, Genova, Bogliasco.

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