Cairo Montenotte. La Confederazione Cobas provinciale ribadisce il suo “no” al biodigestore anaerobio a Ferrania, inaugurato ierialla presenza di molti esponenti politici e amministratori del territorio, sia di centrosinistra che di centrodestra.
Ad elencare le motivazioni è il portavoce locale dei Cobas, Franco Xibilia: “Quanti sono i nuovi posti di lavoro creati in un’area che continua a perderne?” chiede, portando ad esempio proprio il flop di Ferrania Solis che, secondo Xibilia, avrebbe avuto le potenzialità per diventare il centro di diffusione del fotovoltaico.
Ma i quesiti, prosegue il portavoce dei Cobas, sono molti: “Numero degli occupati nel biodigestore? Indotto? Perché il biodigestore è anaerobico e non aerobico? Che senso può avere produrre il compost da rifiuti organici non biologici, ma trattati? Quanto compost verrà prodotto e con che qualità? Chi lo comprerà?”.

Le domande sai susseguono: “Perché viene prodotta energia? Che bisogno ce ne sarebbe? Che tipo di energia? Con quali costi? Chi la compra? Chi ne beneficia? Come verrò misurato l’impatto ambientale? Con quali mezzi? Con quale trasparenza?”.
“Le nostre motivazioni non sono apodittiche affermazioni, ma domande – conclude Xibilia – che aspettano risposte per andare al referendum sul biodigestore di Ferrania”.