Innocenti

Accusati di aver frodato l’Arma nelle missioni, assolti in Appello tre carabinieri di Alassio

Denunciati dal loro comandante che aveva ritenuto "infedeli" le rendicontazioni di missione a La Spezia

carabinieri alassio

Alassio. Erano accusati di aver frodato l’Arma dei Carabinieri nella documentazione delle loro missioni presso l’ospedale militare di La Spezia. I tre militari Paolo Ciocca, Giampiero Grasso e Giovanni Di Francesco, che fino al 2012 appartenevano alla compagnia dei carabinieri di Alassio, sono stati assolti ieri dalla prima sezione della Corte Penale Militare di Appello di Roma perché il fatto non costituisce reato.

A denunciarli era stato l’allora comandante della compagnia di Alassio, il maggiore Samuele Sighinolfi per episodi che risalgono al periodo 2011-2012. L’ufficiale, ora trasferito in Valle d’Aosta,  aveva ritenuto “infedeli” le rendicontazioni di missione per motivi di salute a La Spezia dei tre militari. In alcuni casi aveva contestato ai tre militari indebiti rimborsi anche per 16 euro, ma mai cifre superiori ai 110 euro.

In primo grado, al tribunale di Verona, era il novembre 2014, i tre militari che due anni prima avevano deciso di congedarsi, erano stati condannati tra i 3 e i 4 mesi di reclusione. Un quarto carabinieri, il brigadiere Gaetano Di Carlo, in quella occasione era stato assolto.

Ma è stata la Corte d’Appello a ribaltare la sentenza e ora i tre potrebbero chiedere il risarcimento del danno subito all’amministrazione militare.

Grande soddisfazione è stata espressa dagli avvocati Antonio Marino del foro di Roma e Vittorio Varalli di Albenga. L’avvocato Marino così commenta: “E’ stata finalmente ristabilita la verità dei fatti. La Corte di Appello ha fatto piena luce sugli episodi ed ha certificato la piena realtà dei militari. Spiace solo dover rilevare che tre onesti carabinieri abbiano dovuto rimanere sotto processo per 4 anni prima di vedere affermata la loro innocenza”.

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