Arnasco. Prenderà il via oggi con il primo sopralluogo il lavoro del professor Luca Marmo, docente del Dipartimento Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino, quale consulente incaricato dalla procura di Savona per fare luce sull’esplosione e sul crollo della palazzina di Arnasco avvenuto dieci giorni fa. A nominare Marmo è stato il sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro, che coordina le indagini sulla tragedia.
Il professor Marmo, che è anche membro del Collegio di Ingegneria Chimica e dei Materiali del Politecnico torinese, è considerato uno dei massimi esperti di ingegneria forense tanto che in passato ha già seguito come consulente e perito importanti casi di cronaca come quello del rogo alla Thyssen Krupp di Torino (nel 2007), ma anche la vicenda della Norman Atlantic (la nave sulla quale nel dicembre 2014 si sviluppò un incendio devastante) e l’esplosione nell’azienda Gfl di Recanati (del giugno 2014).
Toccherà quindi al professor Marmo cercare di ricostruire con esattezza quello che è accaduto nella palazzina di località Bezzo crollata sabato scorso provocando la morte di cinque persone. Il consulente martedì effettuerà un primo sopralluogo ad Arnasco insieme ai carabinieri di Alassio e ai vigili del fuoco che si stanno occupando dell’indagine.
La perizia disposta dal pm sarà uno dei tasselli fondamentali per l’inchiesta e per verificare l’esistenza di eventuali responsabilità per quello che è successo. Al momento la Procura ha iscritto sul registro degli indagati due persone, Giovanni Accame e la moglie Margherita Toia, ovvero i proprietari della palazzina.
Per il momento, in attesa dei primi riscontri sugli accertamenti peritali (che saranno eseguiti sull’area interessata dall’esplosione, ma anche sulle tubature e sui contatori estratti dalle macerie e già finiti sotto sequestro), si tratta più che altro di un atto dovuto visto che, come previsto dalla legge, i coniugi Accame sono i responsabili della manutenzione degli impianti termici.
Non è da escludere che, una volta ricostruita la dinamica dell’incidente (da dove è partita la fuga di gas che ha provocato l’esplosione), il numero delle persone indagate possa cambiare.
Le prime risposte utili per ricostruire la dinamica della tragedia, nei giorni scorsi, erano arrivate dall’autopsia eseguita martedì scorso dal dottor Marco Canepa. Il medico legale aveva rilevato la presenza di lesioni da deflagrazione per una vittima e da seppellimento per le altre. In particolare sul volto di Marco Vegezzi erano stati trovati i segni di una vampata di calore: un elemento che confermerebbe l’ipotesi avanzata fin dall’inizio dagli investigatori e cioè che siano stati lui e Nurys Alatagracia Vargas Rivera, la donna che era in sua compagnia (unica superstite e tuttora ricoverata all’ospedale Villa Scassi di Genova), al momento di rincasare, ad accendere l’interruttore della luce che, di fatto, ha provocato l’esplosione.