Agg. ore 9.15: E’ terminato alle prime luci dell’alba lo sgombero delle macerie ad Arnasco. I vigili del fuoco hanno rimosso ciò che rimaneva del crollo di venerdì notte. Resta comunque operativo il presidio dei soccorritori. Ora la via la bonifica e le altre verifiche statiche nell’area interessata dal terribile crollo. Continua anche il lavoro dei volontari e degli abitanti del piccolo paese dell’entroterra albenganese per un progressivo ritorno alla normalità.
– Arnasco. Continua il lavoro dei vigili del fuoco che anche questa notte hanno lavorato a Bezzo, frazione di Arnasco dopo il tragico scoppio dovuto ad una fuga di gas che ha provocato la morte di cinque persone e il ferimento di una sesta ancora ricoverata in gravi condizioni all’ospedale Villa Scassi a Genova.
Sempre presenti anche i militi della Croce Bianca di Albenga che insieme ai colleghi delle sezioni di Arnasco e Vendone avevano allestito anche un posto di primo soccorso avanzato all’imboccatura del caruggio che conduce alla palazzina devastata dallo scoppio.
Quattro abitanti degli appartamenti lesionati dalla violenta deflagrazione di venerdì notte hanno dormito fuori casa, nell’agriturismo, perché senza finestre e nella notte le temperature erano decisamente molto rigide per poter dormire in quelle condizioni.
“Il ritorno alla normalità è lento, ma doveroso. Nulla viene lasciato al caso – sottolinea Alfredo Gallizia, sindaco di Arnasco che segue le operazioni dei vigili del fuoco fin passo passo fin dall’inizio dell’emergenza – Il loro lavoro è davvero encomiabile e tutta la comunità ha voluto ringraziarli per quanto hanno fatto finora”.
Intanto prosegue l’attività di polizia giudiziaria per scoprire le cause dello scoppio. Il pubblico ministero, Daniela Pischetola, nella giornata di oggi farà un primo punto delle indagini curate dai carabinieri e dai vigili del fuoco. Al sesto piano di palazzo di giustizia c’è un fascicolo aperto con due ipotesi di reato ben precise: crollo colposo e omicidio colposo plurimo.
E oggi potrebbero esserci anche i primi indagati di questa tragedia. Nomi da scrivere sul fascicolo anche per consentire di poter effettuare l’autopsia sulle cinque salme al momento ricomposte all’obitorio dell’ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga. Qui, tra sabato e ieri, sono arrivati anche i parenti delle vittime. Anche da fuori regione come i familiari di Aicha Bellamoudden, la marocchina che abitava con Dino Andrei a Bezzo.
Molti gli interrogativi che l’inchiesta dovrà chiarire. C’è da capire da dove sia partita la fuga di gas. Dalla rete che distribuiva il metano? Da una bombola? Da una stufa? Un grosso contatore e una bombola sono ora a disposizione degli inquirenti. Il materiale è stato recuperato ieri mattina nel corso delle operazioni di rimozione delle macerie nel cortile dove è crollata la palazzina di due piani.