In regione

Liguria, M5S: “Le scuole private non sono a carico dello Stato, Muzio ripassi la Costituzione”

consiglio regionale

Liguria. “Dispiace constatare che il consigliere Claudio Muzio (Fi) si rifiuti ostinatamente di prendere in considerazione il nostro invito a ritirare la sua mozione per elargire fondi pubblici alle scuole paritarie. L’ennesimo regalino della maggioranza all’istruzione privata. Peccato. Invece di accusarci di ‘demagogia’, Muzio ha perso un’altra buona occasione per difendere e tutelare la scuola pubblica, come è previsto dall’articolo 33 della nostra Carta Costituzionale, in cui si legge che ‘Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato’. Evidentemente Muzio non conosce bene la Costituzione. Ci permettiamo di suggerirgli un ripasso, rileggendo le parole di Stefano Rodotà, noto giurista e accademico contemporaneo al di sopra di ogni parte, secondo cui: ‘Ammesso pure si possa pensare di dare denaro alla scuola privata, può avvenire solo dopo che tutte le esigenze della scuola pubblica siano state effettivamente soddisfatte’. Cioè mai!”. Lo dice Marco De Ferrari, portavoce del M5S in Regione.

“Oppure potrebbe riascoltare l’appassionato discorso del 1950 del nostro padre costituente Pietro Calamandrei, in difesa della Scuola Pubblica. ‘Il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi, se no lo mandi alla scuola pubblica’. Con la scusa di favorire un’ipotetica ‘libertà di scelta educativa’, invece, la maggioranza inserirà l’ennesimo regalino all’istruzione privata, forti anche di una legge regionale firmata nel 2008 dallo stesso Pd (a cui si aggiungono i 50 milioni di euro stanziati da Renzi nella Legge di Stabilità), in piena continuità nazarenica al pesto. Ma Muzio nel suo intervento va addirittura oltre, citando addirittura una serie di dati che dimostrerebbero il risparmio di oltre 50 miliardi all’anno garantito dagli istituti paritari allo Stato. Il consigliere di FI si è “dimenticato” di citare la fonte. Ma è bastata una rapida ricerca per capire il perché: quel calcolo arriva nientedimeno che dalla CEI, che gestisce la stragrande maggioranza delle scuole private italiane. Non sarà che quelle tre letterine stiano in realtà a indicare il CEI, ossia: ‘Conflitto Esponenziale di Interessi’?”, prosegue la nota.

“La realtà è che ogni euro speso dallo Stato per le scuole private è uno spreco di denaro pubblico, che potrebbe e dovrebbe essere investito per mettere in sicurezza gli istituti pubblici vecchi, fatiscenti e non a norma. Lo Stato non è un’azienda, come forse si si sono dimenticati Muzio e il co-firmatario Vaccarezza, ma un’entità politica. Non ha (o non dovrebbe avere) interessi economici ma tutela (o dovrebbe farlo) gli interessi dei cittadini. Se tutto ciò è demagogia, allora siamo fieri di essere demagogici!”, conclude De Ferrari.

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