Savona. “Chiudere il carcere S. Agostino di Savona è un grave errore, che scontenta tutti – poliziotti, detenuti, familiari – e penalizza il territorio savonese. Avrebbe un senso farlo se e quando fosse disponibile una nuova struttura detentiva, di almeno 300 posti letto, per la quale sembra finalmente esserci la volontà di individuarla in un’area della Valbormida. Ma chiudere il S. Agostino così, dall’oggi al domani, senza alcun confronto con il Sappe e con gli altri sindacati, senza alcuna garanzia e certezza per poliziotti e detenuti, è un grave errore”.
Lo denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri.
“Non si può promettere più sicurezza e poi chiudere presidi di legalità come le carceri”, prosegue Capece. “Altro che trattamento rieducativo: chiudere un carcere vuol dire interrompere ogni attività finalizzata alla rieducazione del reo. Che senso ha chiudere un carcere senza prima averne una nuovo, operativo, sul territorio savonese? Che senso ha avuto, anche ultimamente, spendere milioni di euro per la ristrutturazione della struttura di S. Agostino se poi si decide di chiuderla? Altro che territorialità della pena: così facendo si trasferiranno i detenuti un po’ in tutta la Regione ed in tutta Italia con gravi disagi anche per i familiari dei ristretti stessi, che dovranno macinare chilometri per raggiungere e fare visita ai proprio cari. E che fine faranno gli Agenti di Polizia Penitenziaria, ai quali dovrà essere corrisposta inevitabilmente una indennità di missione se venissero anche temporaneamente assegnati in servizio in sedi da loro non indicate? Non si poteva attendere di vedere realizzato un nuovo carcere, nel territorio della Valbormida, prima di chiudere il S. Agostino?”.
Il leader del Sappe assicura che “il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il Sappe, farà ciò che è nelle proprie possibilità per scongiurare la chiusura del carcere di Savona” e rilancia una nuova destinazione d’uso per il Sant’Agostino: “destiniamolo a casa di arresto o presidio per l’esecuzione penale esterna, per coloro cioè che scontano una pena sul territorio senza però essere fisicamente detenuti in una struttura. Quel che è certo è che noi ci batteremo perché si trovi una soluzione al futuro penitenziario di Savona e che dunque si rimandi la chiusura del S. Agostino”.
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