Arnasco. E’ stata una tragedia che ha toccato l’intera nazione, ma che ha sconvolto e dilaniato soprattutto i 600 abitanti della cittadina, un paese talmente piccolo che tutti conoscono tutti e tutti, inevitabilmente, si trovano a partecipare al lutto che colpisce un membro della comunità.
E’ per questo che oggi pomeriggio tutta Arnasco si è riunita nella piccola chiesa di Nostra Signora dell’Assunta per prendere parte ai funerali del 76enne Dino Andrei e di sua moglie 56enne Aicha Bellamoudden, due delle cinque vittime dell’esplosione avvenuta la notte di sabato scorso.
Una folla silenziosa di parenti e compaesani (e non solo) ha accolto commossa l’arrivo dei feretri. A stringersi intorno ai famigliari anche il sindaco Alfredo Galizia e l’amministrazione comunale, che per l’occasione decretato il lutto cittadino e ha reso omaggio alle due vittime con il gonfalone del Comune di Arnasco.
La funzione è stata celebrata da don Angelo Chizzolini, che nella sua omelia ha citato il messaggio di speranza del vescovo della diocesi di Albenga-Imperia e ha ricordato “la reazione del paese di fronte a una tragedia che segna i nostri cuori”.
Poi il parroco ha lanciato a tutti i presenti l’invito a vivere la vita con la consapevolezza della sua fine ma anche con la serenità portata da chi ascolta e segue la parola di Dio: “Noi non conosciamo il disegno del Signore – ha detto il sacerdote – ma dobbiamo essere pronti al momento della chiamata”.
Durante la funzione si sono avuti attimi di imbarazzo in quanto don Chizzolini nella sua omelia non ha ricordato Aicha Bellamoudden, che era di fede musulmana, né ha benedetto la bara della donna. Aicha Bellamoudden ha ricevuto un funerale cristiano dopo il nulla osta dato dal vescovo della diocesi di Albenga Guglielmo Borghetti in accoglimento della richiesta dei famigliari della donna, che hanno chiesto fosse seppellita accanto al marito”.
Don Chizzolini avrebbe riferito di aver «fatto tutto ciò che dovevo fare non è vero che non ho ricordato Aicha e che non ho benedetto il feretro». «Mi ha chiamato raccontandomi che si stava dicendo che non aveva ricordato Aicha e non aveva benedetto la salma – ha spiegato il vescovo – Ha detto che non era così. Io non sapevo nulla, sento dire il contrario. Se in una piccola chiesa si è avuta questa percezione… Se è vero è mancanza di buon senso. Il parroco mi aveva chiesto come si doveva comportare per questo funerale – dice mons. Borghetti – e io gli ho risposto di celebrarlo perchè era un bel gesto di accoglienza. Mi ero espresso così perchè i familiari della donna, musulmani, mi avevano detto che volevano un funerale cristiano. Lei si stava convertendo».
Mons. Borghetti ricorda che, all’obitorio aveva benedetto le salme, «tutte», dice e «ho pregato con loro ed erano felici». Il caso sarà approfondito dal vescovo Borghetti. «Riparlerò con il parroco», dice. E aggiunge: «Accanto ad un gesto bello della Chiesa che in momento particolare dice a una persona non ancora battezzata ‘vieni con noì, nel caso ci fosse stato questo neo si sarebbe rovinato tutto».
A rimediare alla situazione ci ha pensato il sindaco Alfredo Galizia, che nel suo discorso al cimitero ha ricordato tutte le vittime della tragedia e anche e soprattutto la compagna di Dino Andrei: “Il vuoto lasciato dal crollo – ha detto Galizia – non è paragonabile al vuoto lasciato nelle anime e nel cuore e nelle menti dei cittadini di Arnasco. Marco, Giovanni, Edoardo, Dino devono essere ricordati. Così come deve essere ricordata Aicha, che era una cittadina di Arnasco come gli altri”.
Al termine della funzione, le sue salme hanno lasciato la piccola chiesa salutate da parenti, amici e tutti quanti conoscevano la coppia. Le salme di Dino Andrei e di sua moglie Aicha Bellamoudden sono state tumulate nel camposanto di Arnasco.
Questa mattina a Vadino si sono tenuti i funerali di Edoardo Niemen e mentre Marco Vegeti. Domattina sarà celebrato il funerale de 55enne Giovanni Ciliberti, alle 10.30 a Novi Ligure, sua città di origine.