Il caso

La Tour Eiffel ad Alassio scatena una guerra a distanza tra Quaglieni e un turista torinese

Lettera del presidente del Pannunzio e un turista torinese in vacanza nella Baia del Sole

tour eiffel

Alassio. Alassio è stata l’unica città in Riviera a manifestare durante le feste contro la strage di Parigi. Forse è l’unica anche in Italia. Eppure qualcuno, in particolare un turista torinese, non l’ha presa bene e lo ha anche scritto in un gruppo Facebook suscitando la reazione di Pier Franco Quaglieni, fondatore e presidente delle storico Centro Culturale Pannunzio che invece ha difeso la scelta dell’amministrazione e di un gruppo di persone di installare cinque riproduzioni della Torre Eiffel in luoghi strategici della città del Muretto.

“Un altro superficiale come lei, su Facebook – sottolinea Quaglieni –  ha espresso in un gruppo alassino un giudizio di segno contrario al suo, ma altrettanto poco accettabile: “I francesi non hanno mai manifestato per i nostri Marò, che senso ha che noi manifestiamo per i Francesi? Questi giocano con il fuoco, è una provocazione che può creare pericoli. Noi siamo qui perché non abbiamo rischiato un volo per le solite vacanze. Non vogliamo problemi, è pieno di arabi””.

Il presidente del Pannunzio invece ha deciso di rispondergli con una lettera aperta che vuole essere anche un importante spunto di riflessione: “L’iniziativa che non le è piaciuta, è nata da un’associazione di un borgo alassino con la collaborazione del Comune “in segno di solidarietà nei confronti del popolo francese per sensibilizzare le persone ai valori della fratellanza e della pace dopo gli ultimi tragici avvenimenti di Parigi”. Il modo di ragionare di questo turista è sicuramente molto comune anche a Torino dove la paura prevale, malgrado gli anni di piombo dovrebbero averci, almeno in parte, vaccinati da certo menefreghismo qualunquista che, forse, avrebbe fatto inorridire lo stesso Giannini. Spero che, in tempi successivi, lei si sia documentato sul perché di quella torre”.

E così conclude: “Quelle 5 torri a lei così fastidiose – se ne renda però conto – sono un richiamo alla realtà dei tempi duri che, volenti o nolenti, siamo e saremo costretti a vivere. La lotta al terrorismo sarà aspra e difficile perché ci troviamo di fronte a fenomeni nuovi che andavano affrontati seriamente fin sul nascere e che le democrazie dell’Occidente hanno sottovalutato in modo sprovveduto, vedendo il loro nemico in Gheddafi e non nell’Isis”.

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