La sentenza

Savona, prestiti con interessi usurari: due condanne

La vicenda risaliva al 2010: secondo l'accusa la vittima è stata minacciata, ma anche rapinata dagli imputati per ottenere la restituzione dei soldi

tribunale Savona aula

Savona. Si è chiuso con due condanne un processo per una vicenda di usura, tentata estorsione e rapina legata a un prestito non restituito. Questa mattina il collegio del tribunale ha condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione Sebastiano Di Somma, 48, e a cinque anni Lucio Nunzio Giuffrè, di 56 (che è stato prosciolto dall’accusa di usura).

Secondo l’accusa, nel 2010, Di Somma aveva prestato 4300 euro, in due tranche, ad un albisolese, F.S., facendosene restituire 700 in più (applicando quindi tassi usurari). Proprio per convincere la vittima a restituire i soldi, secondo la Procura, era entrato in gioco Giuffrè che insieme a Di Somma aveva minacciato F.S. in diverse occasioni, arrivando a rapinarlo del cellulare, del portafogli e dell’auto.

Una ricostruzione che durante il processo proprio F.S. aveva smentito: “Mi sono inventato tutto. Sono due miei amici, che mi hanno sempre aiutato quando ha avuto bisogno di soldi. Mi avevano imprestato denaro, e non potendo restituirlo, li ho denunciati  ingiustamente”. Una deposizione che però non è servita ad evitare la condanna dei due.

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