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Savona, il ministro Delrio in visita al porto: “Riforma necessaria per garantire sviluppo e lavoro” fotogallery

In programma anche la visita al cantiere della piattaforma Maersk

Savona. “La cosa che dobbiamo garantire, coi nostri porti, è una prospettiva di sviluppo e di lavoro per i territori. I porti italiani hanno perso lavoro e prospettive di sviluppo perché non hanno saputo collaborare tra di loro. C’è bisogno di cambiare passo”.

Così il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, in visita alla sede della capitaneria di porto di Savona, ha spiegato le ragioni che hanno portato il Governo Renzi a mettere in cantiere una profonda riforma del sistema portuale italiano.

A ricevere il ministro c’erano il direttore marittimo della Liguria ammiraglio Pettorino, il comandante della guardia costiera savonese Vitale, un picchetto armato di otto militari, il vice prefetto vicario Montella, l’onorevole Franco Vazio, il questore Signer e i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza.

Il passaggio in capitaneria, sede territoriale del ministro dei trasporti dal quale la guardia costiera appunto dipende, è stato dovuto all’incontro con il presidente dell’Autorità Portuale Gian Luigi Miazza ed il sindaco di Savona Federico Berruti, per fare un punto sugli investimenti ed i cantieri nell’area portuale di Savona-Vado. Il ministro, però, ne ha approfittato per fare un breve excursus dei contenuti della riforma della portualità elaborata dal Governo che, per quello che riguarda il nostro territorio, avrà come conseguenza principale l’accorpamento dell’autorità portuale di Savona con quella di Genova.

Una possibilità che le istituzioni politiche, amministrative ed economiche locali vedono come il fumo negli occhi: “Le autorità di sistema non tolgono l’autonomia alle direzioni portuali, semplicemente permettono di coordinare gli investimenti al meglio con la regia centrale – ha detto Delrio rispondendo a questi dubbi – Quindi l’autorità di sistema della Liguria occidentale includerà due sedi paritarie, come dignità e come capacità. E darà vita al più grande porto italiano, l’unico che ha davvero le dimensioni dei grandi porti europei, perché bisogna pensare a quest’area della Liguria come un grande porto con tre moli: questo che stiamo costruendo a Vado, quello di Bettole e quello di Voltri. Quindi è un’offerta molto differenziata. Inoltre Savona è uno dei principali poli crocieristici italiani. Io vedo in questa sinergia una grande potenzialità e possibilità di sviluppo. Tutti i problemi legati alle questioni più territoriali, le gestioni locali, rimangono di pertinenza esclusiva delle direzioni portuali”.

La visita del ministro Delrio a Savona

Qualcuno vorrebbe che Savona mantenesse la sua autonomia: “Le autonomie si mantengono con le direzioni portuali e facendo degli accordi (come quelli che stiamo già facendo e come faremo col sindaco di Savona su sua proposta) che definiscono veri e propri patti parasociali e gli investimenti locali. Gli investimenti più generali rimangono invece dentro un’ottica di coordinamento, cosa che il sistema italiano ha necessità di avere”.

Il tempi sono maturi: “Contiamo di chiudere il decreto entro due mesi – ha precisato Delrio – Ora è stato consegnato al ministro Madia la quale lo sottoporrà alla presidenza del consiglio. In seguito passerà all’esame delle commissioni e poi del parlamento. Conto che in paio di mesi la cosa si possa chiudere. Non c’è incertezza sui tempi. Mi sembra che tutti siano d’accordo con questa impostazione: gli operatori, le associazioni di armatori e operatori, i terminalisti, tutti quanti affermano che solo dando un quadro regolatorio generale si può ottenere più competitività. Non dimentichiamo che negli ultimi 5 anni i nostri porti hanno perso rispetto agli altri porti che crescevano. Nonostante qualche lodevole eccezione il sistema non si è rafforzato, ma si è indebolito. C’è bisogno di cambiare passo”.

“Il fatto che il quadro generale di riforma che abbiamo già approvato trovi la più ampia condivisione da parte di chi opera nei porti è un segno molto importante perché significa che le criticità che abbiamo cercato di risolvere sono anche quelle che gli operatori vogliono superare. Credo che alla fine la questione si possa risolvere in poche settimane”.
Oggi, come detto, Delrio era a Savona per incontrare il sindaco Berruti. Il ministro e il primo cittadino si erano già incontrati la scorsa settimana: durante l’incontro erano stati analizzati gli investimenti presenti e futuri, i temi dell’autonomia della direzione portuale e del rispetto delle competenze, della prospettiva di sviluppo di un progetto di grande respiro che riguarda lo sviluppo internazionale della Liguria come piattaforma logistica del Nordovest italiano.

“Ho dato solo alcuni spunti e ho mostrato le prospettive di sviluppo, la grande opportunità che sta dietro questa sinergia – ha aggiunto oggi Delrio – Non c’è nessuna annessione, ma una possibilità di sviluppo e di lavoro. Il resto sarà sistemato nell’ottica del rispetto delle autonomie. Che però non significa indebolirsi con un municipalismo portuale che alla lunga non dà prospettive”.

La visita del ministro Delrio a Savona

L’ottimismo del ministro, però, non è condiviso dalle altre istituzioni del territorio, che come detto sono molto scettiche: “C’è sempre resistenza sull’innovazione. L’importante è che tutti pensiamo a creare ricchezza e lavoro. La nostra prospettiva è quella di rafforzare il paese, che ha un ruolo importante nel Mediterraneo. Il nostro mare intercetta il 20 per cento delle merci a livello mondiale e il nostro paese importa il 70 per cento delle merci via mare. Il sistema mare è decisivo per l’economia del paese. Quindi quando discutiamo di queste cose dobbiamo discutere di prospettive che valgono e generano ricchezza e non solo delle difficoltà nello sciogliere un Cda o farne uno nuovo”.

Eppure, qualcuno vede la fusione Savona-Genova come un indebolimento del porto savonese: “Quello che stiamo cercando di fare non è né un’umiliazione per qualcuno (anzi, mi pare che la governance sia rispettosa delle varie realtà) né una diminuzione della libertà di movimento del territorio, ma semplicemente rispondere alla necessità di coordinamento su grandi progetti che hanno bisogno di una regia complessiva e di un’offerta più coordinata. Avere un regolamento unico sulle concessioni, un piano regolatore armonizzato con gli altri sistemi portuali italiani, procedure amministrative semplificate, procedure di dragaggio più semplici, informatizzare tutto con un sistema unico: tutto questo porta efficienza e sviluppo”.

Insomma, tanto rumore per nulla. O quasi: “Sono discussioni normali, ma l’importante è capire che crescendo come dimensioni si possono avere più possibilità e non meno. Questo è il senso della mia visita: sono il primo ministro che viene a Savona dopo 8 anni. Vengo dalla provincia, sono un uomo della provincia, so bene quanto nei capoluoghi di provincia e di regione ci sia questo sospetto. Ma noi siamo per la pari dignità: le nomine vengono fatte dal ministero e dalla presidenza, quindi dal punto di vista concreto non ci sarà alcun rischio”.

E parlando proprio di nomine, resta da capire chi potrebbe essere il presidente della futura autorità portuale di Genova e Savona: “Se sarà un savonese? Perché no? Lo decideremo in base alle capacità”.

La visita del ministro Delrio a Savona

Successivamente Delrio ed il suo staff si sono spostati a Vado presso il cantiere del terminal di Apm Maersk, dove a Miazza e Berruti si sono uniti l’ambasciatore di Danimarca, gli onorevoli Anna Giacobbe e Franco Vazio, il sindaco di Vado Monica Giuliano, il presidente della camera di commercio Luciano Pasquale e l’Ad di Apm Merli.

Dopo un punto sull’andamento della progressione dei lavori del realizzando terminal, il gruppo si è imbarcato su una motovedetta della guardia costiera per meglio apprezzare dal mare l’area di fabbricazione dei giganteschi cassoni cellulari in calcestruzzo che rappresenteranno la base della piattaforma, ed anche il pronunciamento verso mare dell’area di cantiere che man mano avanza al largo.

o.

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