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Riconversione Sporting Club, l’assessore Orso: “Riproporremo il progetto con le integrazioni necessarie” fotogallery

L'amministrazione precisa alcuni aspetti relativi al doppio "no"

finale ligure sporting club

Finale Ligure. Non si sono fatte attendere le precisazioni dell’amministrazione comunale di Finale Ligure a proposito dello stop da parte della Regione al progetto di riconversione e trasformazione dello Sporting Club di San Bernardino.

L’ex discoteca, che per anni è stata il cuore della movida savonese sarebbe dovuto diventare un complesso residenziale di circa duemila metri quadri, con il 20 per cento della superficie destinato ad edilizia convenzionata. La settimana scorsa era atteso l’ultimo disco verde da parte della conferenza dei servizi e invece il progetto è stato bocciato senza possibilità di appello. E ora l’iter dovrà ripartire da zero. Secondo quanto appreso, il progetto è stato giudicato troppo approssimativo e superficiale a causa delle molte lacune e per questo è arrivato il semaforo rosso sul via libera al progetto.

Sul quale, però, l’assessore all’urbanistica Marinella Orso vuole fare alcune precisazioni: “Per quanto attiene l’intervento di cambio di destinazione dello Sporting – spiega – per dovere ed opportunità di continuità amministrativa, la nostra maggioranza ha semplicemente cercato di portare a termine l’iter di una pratica definita dalla passata amministrazione. L’istanza, protocollata il 13 gennaio 2014 e integrata il 18 marzo 2014, era stata avvallata dall’amministrazione Richeri che alla richiesta di atto di indirizzo alla prosecuzione (variante n. 172 del 27/05/2013) aveva dato il seguente parere: ‘Parere favorevole al prosieguo dell’iter di variante con il seguente indirizzo: 10 per cento Erp, 20 per cento edilizia convenzionata’”.

“La pratica – prosegue l’assessore – ha inoltre ottenuto il parere favorevole non solo della commissione locale per il paesaggio ma anche della Soprintendenza, che con una nota del 12 settembre 2014 ha espresso il seguente parere: ‘Accertato che gli interventi, allo stato attuale delle conoscenze e delle informazioni ottenute nella relazione tecnica illustrativa di accompagnamento, predisposta da codesto ente, risultano compatibili con i valori tutelati ai sensi dell’articolo 136 e/o 142 del codice nonché conformi alle norme di attuazione del Ptcp attualmente in vigore nella Regione Liguria ricorrenti nell’area oggetto di intervento’. Il progetto ha ottenuto altresì parere di non necessità della Valutazione di Impatto Ambientale”.

Insomma, la bocciatura pare andare contro quanto comunicato dagli uffici e dalle istituzioni competenti e anche per questo il Comune intende capire cosa abbia stoppato l’iter e cosa fare per farlo ripartire: “L’amministrazione intende interloquire con i competenti uffici regionali al fine di evitare che il medesimo intervento venga riproposto ai sensi del Piano Casa senza dover ricorrere ad alcuna variante di Puc ma con la perdita del 30 per cento di superfici da destinare ad edilizia residenziale pubblica”.

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Per quanto riguarda il cambio di destinazione delle Rta, “la Regione non ha bocciato la delibera comunale ma semplicemente richiesto degli approfondimenti atti a meglio giustificarne i contenuti in relazione al quadro normativo comunale vigente. Del resto tale delibera comunale discende dall’evoluzione del sistema normativo della Regione che, con la consapevolezza delle più recenti connotazioni socio-economiche del proprio territorio, ha ritenuto indispensabile modificare la legge 1/2008 denominata ‘Misure per la salvaguardia e la valorizzazione degli alberghi e disposizioni relative alla disciplina e alla programmazione dell’offerta turistico-ricettiva negli strumenti urbanistici comunali’ emanando la legge 4/2013 che ha modificato sostanzialmente il quadro normativo-vincolistico delle strutture alberghiere, al fine di permettere, a fronte di particolari condizioni, la loro trasformazione in alloggi”.

“Tale delibera, finalizzata ad eliminare una disparità di trattamento normativo tra gli alberghi e le residenze turistiche che non trova allo stato alcun fondamento dal punto di vista urbanistico, risulta quindi coerente con gli indirizzi pianificatori dell’Ente sovraordinato peraltro già recepiti e valutati dall’amministrazione Richeri, in cui l’avvocato Ferrari era vicesindaco, e che, probabilmente, per altrettanto doverosa coerenza, avrebbe adottato se fosse stata confermata nel 2014”.

“Che dire quindi sulla comprensione del Puc da parte dell’attuale amministrazione? – si chiede in ultimo l’assessore – E’ sicuramente più opportuno riportare il contenuto finale del parere regionale per correttezza di informazione. Parere con il quale si richiede al Comune di localizzare in opportuna cartografia le Rta esistenti, allegare schede riportanti i dati salienti (dimensionali e tipologici) delle stesse, verificare per ognuna di esse la sussistenza o meno della necessità di verifica di Vas nonché dimostrare la compatibilità della nuova norma con la descrizione fondativa e con il documento degli obiettivi del Puc”.

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