Liguria. “Vogliamo capire, nel merito, se nell’adesione alla rete Ready, a cui la passata giunta ha formalizzato la propria partecipazione includendovi quindi anche la Regione, si possano profilare elementi di contrasto con i contenuti della mozione approvata in consiglio regionale poche settimane fa, che stabilisce la posizione netta e chiara di questa amministrazione al sostegno della famiglia tradizionale e a difesa dei bambini dal possibile dilagare della cultura gender nelle scuole”.
Così dichiara Matteo Rosso, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione, già primo firmatario di una mozione, approvata dal consiglio regionale, che di fatto ha vietato l’introduzione di insegnamenti che presentano riferimenti alla teoria del gender negli istituti scolastici del territorio.
“Vogliamo chiarimenti sulla rete Ready – dice Rosso – che sulla carta si propone come rete di pubbliche amministrazioni ‘anti discriminazioni per orientamento sessuale’ per esempio sui posti di lavoro. Se la missione di questo progetto si limitasse a combattere fenomeni di bullismo o forme di violenza anche psicologica, non avremmo nulla da obiettare. Il nostro timore, però, è quello che attraverso l’adesione a un progetto un po’ vago, si possano in realtà nascondere pericolosi cavalli di Troia che minano i valori della famiglia o che in qualche modo espongono i nostri figli a fuorvianti e ascientifiche teorie gender all’interno dei percorsi educativi scolastici”.
“Chiediamo quindi un approfondimento sulla compatibilità dell’adesione alla rete Ready con i principi espressi nella mozione approvata dal consiglio, attraverso anche il coinvolgimento del forum delle famiglie così come previsto dalla legge regionale, e, nel caso si profilino elementi di incompatibilità, sia presa in considerazione l’uscita da tale rete”.