Noli. “Non ho mai maltrattato i miei bambini”. La maestra Rosemma Testa lo aveva ripetuto fin dall’inizio, ma il processo di primo grado in tribunale a Savona si era chiuso con una condanna a otto mesi di reclusione. Una sentenza che oggi è stata completamente ribaltata dalla Corte d’Appello di Genova che ha assolto perché il fatto non sussiste la maestra dall’accusa di maltrattamenti verso i suoi piccoli alunni.
Un verdetto che la signora Testa, presente in aula, ha accolto con un pianto liberatorio. “L’inferno è finito” ha sussurrato al suo difensore, l’avvocato Dominique Bonagura, prima di ringraziare tra le lacrime i giudici del tribunale genovese.
L’incubo per la maestra era iniziato nell’ottobre del 2012 quando era stata rinviata a giudizio perché, secondo la Procura (la denuncia era stata presentata da tre mamme), tra il 2007 ed il 2010 quando era docente all’asilo “Defferrari” di Noli si era resa protagonista di alcuni episodi di maltrattamento verso i bimbi. Poi era iniziato il processo che l’insegnante ha affrontato a testa alta, convinta di poter dimostrare la sua innocenza. Invece, nonostante i numerosi attestati di stima ricevuti in aula attraverso i testimoni della difesa e le argomentazioni dell’avvocato Bonagura, la maestra era stata condannata.
Nel processo di Appello però le accuse sono completamente cadute: “I giudici hanno riguardato uno ad uno i video delle telecamere installate dai carabinieri nella scuola e non hanno rilevato nessun comportamento violento o autoritario verso i bambini” ha spiegato il difensore della maestra.
“Sono contento per questa sentenza motivata ‘perché il fatto non sussiste’. I giudici hanno capito e, dopo la lettura della sentenza, non hanno nascosto di essere dispiaciuti per la mia assistita, per il fatto che le accuse non fossero cadute prima” ha aggiunto l’avvocato Bonagura.
Nonostante l’esito del processo di primo grado, la maestra Testa, che da quest’anno insegna a Calice Ligure, aveva sempre continuato a ricevere attestati di stima da parte dei presidi, ma anche dai genitori degli ax alunni.
Durante le udienze del processo a Savona erano stati sentiti molti genitori degli ex alunni della maestra Testa che avevano escluso che i loro figli avessero mai ricevuto trattamenti non adeguati dalla docente (alcuni avevano riferito che ancora oggi quando la incontrano “le corrono incontro per abbracciarla).
Da parte sua l’imputata, in riferimento ai gesti catalogati come “violenti”, aveva spiegato davanti al giudice: “Ricordo bene uno di quegli episodi perché mi ha colpito e avevo anche telefonato ai genitori per parlargliene. Ho appoggiato la mano tra i capelli del bimbo per accompagnarlo in castigo, ma non l’ho tirato e non è stato un gesto violento. Ho dovuto reagire così perché stava facendo male agli altri bambini. Per la sua età era un bimbo più grande degli altri e certe volte usava le mani per farsi valere. Quando l’ho accompagnato lui poi non ha pianto ed è rimasto in castigo qualche minuto, ma la questione si è chiusa lì”.