In Liguria vivono almeno 90 mila persone con diabete (dati Osservatorio Ibdo-Istat 2014). Tra queste 16 mila si stima risiedano nella provincia di Savona. Il loro numero cresce e crescerà a lungo, perché il diabete è diagnosticato sempre prima e meglio; perché le persone con diabete vivono più a lungo e perché le errate abitudini alimentari e la sedentarietà che hanno caratterizzato la vita di tutti i liguri aumentano il rischio di svilupparlo.
Il diabete, soprattutto se non è ben controllato, moltiplica il rischio di sviluppare infarti, ictus, cecità. Può portare in casi estremi alla dialisi o alla amputazione. Vere catastrofi per i pazienti, le loro famiglie e per il Sistema sanitario regionale che deve affrontare le costosissime cure del caso.
“I liguri con diabete: bambini, giovani, adulti e anziani possono e vogliono scongiurare questi rischi – nota il Coordinatore nazionale della Giornata Mondiale del Diabete Giovanni Lamenza – hanno bisogno però, come è loro diritto, di diagnosi corrette e precoci, assistenza appropriata, informazione chiara e puntuale, farmaci e strumenti adeguati per migliorare la qualità della vita. Così facendo cercano di risparmiare a se stessi e alla Regione i danni enormi delle complicanze”.
“In Liguria il problema diabete deve essere affrontato con energia – riassume Andrea Corsi, Coordinatore regionale della Giornata Mondiale del Diabete 2015 – l’Assessorato ha elaborato un ‘percorso’ che dice come deve essere diagnosticato e trattato il diabete di tipo 2. Questo ‘percorso’, assai ben scritto, prevede il ruolo attivo e informato dei medici di medicina generale in sintonia con gli specialisti”.
“Le persone con diabete sono sempre di più – continua Andrea Corsi – e la Regione dovrà quindi destinare nuove risorse al diabete. Occorre quindi approfittare di occasioni come quella della Giornata Mondiale del Diabete per diffondere cultura di salute e di prevenzione. Solo la coscienza che i nostri stili di vita vanno radicalmente modificati porterà a ridurre l’impatto del diabete, quindi a ridurne i costi e liberare risorse per nuove e sempre più efficaci tecnologie e cure”.