Albenga. Era stata “affittata” al chirurgo Mauro Ferraro, già primario di chirurgia estetica del Santa Corona la sala operatoria della clinica San Michele di Albenga dove è stata operata Anna Sangineto, la donna di 54 anni deceduta in seguito ad un intervento di liposuzione. Lo ha precisato la direzione della struttura di via Pontelungo.
“Non ho a disposizione la documentazione del caso perché non ero in clinica al momento dei fatti, ma la prima ipotesi è quella di un incidente che in chirurgia è sempre possibile – spiega il direttore sanitario Mario Vella – Anche noi attendiamo l’esito dell’autopsia disposta dalla magistratura. A titolo personale posso dire che la cosa, oltre l’ovvio dispiacere, ci ha molto meravigliato perché, sebbene si trattasse di un intervento in anestesia generale con tutti i rischi che questo comporta, la morte della paziente è un evento del tutto sproporzionato. Tanto che proprio questo aspetto è quello che più ha meravigliato gli stessi parenti: questa persona era entrata in sala operatoria per un intervento di chirurgia estetica e alla fine del percorso è deceduta, un fatto veramente grave dal punto di vista umano e affettivo”.
Vella esclude responsabilità della clinica. “Al di là del fatto umano possiamo dire di aver messo a disposizione, oltre ad una struttura perfettamente idonea allo scopo, anche un’equipe infermieristica ed anestesiologica di tutto rispetto. Per quanto riguarda poi il chirurgo, è un esterno alla struttura, scelto dall’interessata e comunque noto per essere un esperto“. Difficile capire ora le cause dell’accaduto: “Le ipotesi sono le più diverse – spiega – trattandosi di un intervento in anestesia generale ha tutte le possibili complicanze di un paziente in sala operatoria, è difficilissimo dire cosa possa essere stato”.
Vella tiene poi a chiarire alcune inesattezze. “Ho letto che quando è stata male noi non avremmo usato il defibrillatore perché non l’avevamo: è falso, lo avevamo ed è stato anche controllato dall’anestesista. Non l’abbiamo usato solo perché quando era in sala operatoria non serviva. Durante l’intervento alla donna non è stato praticato un intervento di defibrillazione bensì di ossigenazione e questo è servito per stabilizzarla; la crisi cardiaca è sopraggiunta solo dopo, all’arrivo del 118“.
Per fare chiarezza il pm Giovanni Battista Ferro ha aperto in procura un fascicolo contro ignoti, e disposto per domattina l’autopsia che verrà effettuata dal medico legale Sara Candosin di Genova.