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Caccia allo storno, De Ferrari (M5S): “L’assessore Mai rilancia in barba al Tar e all’Europa”

Giorni fa Mai aveva annunciato una nuova delibera per superare la sospensione decisa dal Tar

Caccia, cacciatore

Regione. “Un’altra volta le istituzioni dimostrano il completo disinteresse per le buone (e sono tante) direttive ambientali europee, per il rispetto dell’ambiente e della natura e, non in ultimo, per i soldi dei cittadini che andranno sprecati in ulteriori ricorsi giudiziari”.

Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Marco De Ferrari a proposito della decisione dell’amministrazione regionale di presentare una nuova delibera per riaprire la caccia allo storno.

Nei giorni scorsi il Tar della Liguria aveva emesso un decreto cautelare con cui sospendeva la delibera della giunta regionale del 30 luglio scorso che apriva la caccia allo storno per il periodo tra il 5 ottobre e il 15 dicembre. Tale misura era in deroga alle normative vigenti, in quanto la direttiva europea del 1979 in materia di avifauna fa rientrare questa specie tra quelle non cacciabili.

A seguito della pronuncia, l’assessore all’agricoltura e alla caccia Stefano Mai si era detto a a recepire le indicazioni del del Tribunale Amministrativo: “Siamo pronti ad accogliere i rilievi del Tar e presentare una nuova delibera, già nella prima giunta della prossima settimana, superando le modalità non ritenute ‘sufficientemente attendibili’ nell’attuale sistema di rilevamento degli abbattimenti. Viene contestata la modalità di segnatura dei capi abbattuti a fine giornata: faremo una modifica a questa modalità e potremo ridare avvio, in tempi brevi, alla stagione aviovenatoria”.

Ora pare che la nuova delibera sia pronta. Ciò ha scatenato le proteste del M5S: “Nemmeno era passato un mese dall’insediamento ufficiale (esattamente 29 giorni) e il 30 luglio la nuova giunta ha deliberato a favore dell’abbattimento degli storni, una delle specie ad alta protezione dalla direttiva europea del 1979 per la tutela dell’aviofauna stanziale e migratoria del nostro continente – ricorda De Ferrari – Con questo provvedimento la Regione aveva aumentato di sei volte il numero dei comuni in cui praticare la caccia in deroga agli storni: dal 13 per cento a circa l’80 per cento del totale, con diffusione e copertura massima nell’entroterra. E aveva individuato in circa 11mila i capi da abbattere, per gli oltre 3mila cacciatori liguri autorizzati”.

“Pochi giorni fa, il 29 ottobre, grazie ai ricorsi fatti dall’Enpa, dalla Lega Abolizione Caccia-Lac e dalla Lav, il Tar ha sospeso di fatto questa delibera perché, proprio in base alla Direttiva e alla normativa nazionale sulla caccia, ‘lo storno non si può cacciare’. Possiamo tirare un sospiro di sollievo? Non sarà davvero più possibile cacciare gli storni? Saranno rispettate le rischieste europee? Nemmeno per idea. Giusto il tempo di apprendere la notizia, e l’assessore Mai ha preparato una nuova delibera, da presentare già nella prima giunta utile di questa settimana, per far ripartire la stagione aviovenatoria”.

“Un’altra volta – ribadisce De Ferrari – le istituzioni dimostrano il completo disinteresse per le buone (e sono tante) direttive ambientali europee, per il rispetto dell’ambiente e della natura e, non in ultimo, per i soldi dei cittadini che andranno sprecati in ulteriori ricorsi giudiziari. E intanto siamo costretti una volta di più ad aggiornare il bollettino di guerra nei boschi. L’associazione ‘Vittime per la caccia’ ci fa sapere che dal 2 settembre (data dell’apertura ufficiale) a livello nazionale si contano 5 morti e 22 feriti, di cui 8 tra i non cacciatori, a causa dell’attività venatoria. Ad essere in pericolo non sono solo gli storni”.

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