Happy end

Albenga, si conclude l’odissea del clochard “Michele”: sarà ospite di una residenza protetta

"Lavoravamo sul caso da tempo - rivela l'assessore Vespo - ma era complesso: per accoglierlo serviva il suo assenso"

clochard michele albenga

Albenga. “Michele si è finalmente convinto ed ha accettato il nostro aiuto: proprio in questi minuti lo stanno trasferendo dall’atrio dell’ospedale a una residenza protetta nell’entroterra”. Ad annunciarlo è l’assessore alle politiche sociali di Albenga, Simona Vespo: il clochard “Michele”, dunque, da questa sera avrà un posto dove vivere.

Il caso di “Michele” (il nome lo ha scelto lui dopo aver rinnegato il suo per dissidi con la famiglia) aveva fatto scalpore in questi giorni sotto le torri ingaune: 68 anni, senzatetto originario di Torino, viveva da tempo nelle stazioni ferroviarie del comprensorio albenganese. Nelle ultime settimane le sue condizioni di salute erano peggiorate: ad accorgersene erano stati gli agenti della polizia ferroviaria di Albenga (che in questi mesi lo hanno quasi “adottato”), e l’anziano era stato ricoverato in ospedale di Albenga.

Ospedale dal quale non se ne era più andato, anche dopo le dimissioni. E così questa mattina era partita la denuncia mediatica del consigliere di minoranza Eraldo Ciangherotti: “Michele è parcheggiato nell’atrio dell’ospedale – raccontava – tra l’odore di urina e di feci”. Ed era arrivata la provocazione: “Se non verrà sistemato in una struttura entro sera, giuro che lo accompagno nel portone di casa del sindaco Cangiano e passo la notte lì con lui”.

Mentre la provocazione raggiungeva i media, però, la soluzione era già stata trovata. “Seguivo il caso da mesi – racconta Vespo – un caso complesso, perché non ci troviamo di fronte ad una persona interdetta e perché quando in passato Michele era stato inserito in una struttura ne era fuggito. E alla fine tendeva sempre a tornare in ospedale, non sappiamo perché. In questi giorni abbiamo intensificato gli sforzi, anche alla luce della richiesta fatta al giudice tutelare dal Centro Igiene Mentale e dal pronto soccorso. Per risolvere questo tipo di situazioni serve sempre una sinergia tra le varie realtà coinvolte. Più volte gli abbiamo parlato, insieme ai medici, cercando di fargli comprendere che entrare in una residenza protetta poteva essere la migliore soluzione per lui: mancava solo il consenso del diretto interessato“.

E questa mattina, finalmente, Michele si è convinto ed ha accettato. “E’ già in viaggio – annuncia Vespo – sono contenta che la questione si sia finalmente risolta”. Altrettanta soddisfazione da parte del sindaco Giorgio Cangiano, venata però dall’amarezza per la provocazione di Ciangherotti: “Pur ribadendo che voglio evitare in ogni modo di fare polemica, sia in generale che a maggior ragione nel caso specifico che è delicato, trovo però molto grave questo comportamento da parte di una persona che fa parte di una forza politica e dell’amministrazione della città. Non si possono ‘usare’ storie come queste, perché poi nasce una domanda: siamo sicuri che a Ciangherotti interessino davvero i problemi di Michele? O cerca solo spazio per apparire?“.

“In secondo luogo non è questo il modo di risolvere i problemi – conclude il sindaco – purtroppo situazioni di emergenza abitativa ce ne sono tante ad Albenga, non solo quella di Michele, e anche se fanno meno rumore sui giornali è nostro dovere seguirle tutte. Servono contributi propositivi, non ‘sparate’ come questa”.

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