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Albenga, proteste per il dehors-serra di Re Carciofo: “Troppo grande e non adatto alla piazza”

Lorenza Giudice (Ascom): "Le dimensioni delle strutture esterne devono essere proporzionate a quelle degli spazi interni"

Dehors Re Carciofo Albenga

Albenga. La forma, simile a quella di una serra. Ma anche e soprattutto le dimensioni, giudicate eccessive specialmente in rapporto alla posizione, cioè una piazza nel cuore del centro storico di Albenga. Ha fatto storcere più di un naso il nuovo dehors, in via di costruzione, della “Cantina di Re Carciofo”, la “norcinoteca” di piazza San Francesco ad Albenga.

Alcuni dei residenti della zona, ma anche parte dei commercianti, sostengono che le dimensioni dello spazio esterno siano sproporzionate rispetto a quelle della piazza e che potrebbero perfino esserci al traffico pedonale (specie per la presenza di alcune piante di grandezza considerevole). Ma a non convincere è anche l’aspetto della struttura, giudicata “stonata” rispetto alla conformazione di quel punto del centro storico ingauno.

Di fronte al nuovo dehors, quindi, in tanti si domandano se questo rispetti tutte le prescrizioni imposte dal regolamento del Comune per l’occupazione del suolo pubblico. “Vista così la struttura è ben poco ‘leggera’ ed, anzi, sembra molto ingombrante – osserva la presidente di Ascom Lorenza Giudice – Ma questo è dovuto al fatto che è collocata in una piazza vuota. La normativa riguardante l’allestimento di questi spazi è molto rigida e in passato il Comune ha avanzato osservazioni per dehor di dimesioni più contenute, quindi è difficile pensare che possa essere difforme rispetto al regolamento. Dagli altri commercianti non ci sono giunte segnalazioni in merito, ma nei prossimi giorni effettueremo le verifiche del caso. Specialmente dal punto di vista estetico”.

Per Lorenza Giudice, comunque, è necessario puntare il focus su un aspetto ben particolare: “Nei giorni scorsi Confcommercio ha incontrato l’amministrazione comunale per discutere il regolamento che riguarda l’attività di parrucchieri ed estetisti. In quella sede abbiamo chiesto anche di mettere mano al regolamento per l’occupazione del suolo pubblico da parte di strutture quali i dehors”.

Lorenza Giudice

Il problema, ovviamente, riguarda prima di tutto il centro storico: “In centro – conferma la presidente di Ascom – ci sono alcune situazioni che vanno messe a posto assolutamente. Il Comune si è detto disponibile a recepire le nostre richieste, ma in modo molto graduale. Questo è legittimo: strutture di questo genere, infatti, hanno costi assai rilevanti e aggiornarle in base alle ultime normative potrebbe comportare investimenti non indifferenti”.

La questione non è soltanto estetica: “Per poter avere una reale crescita qualitativa occorre che le strutture esterne siano proporzionate a quelle esterne. Non è accettabile che un pubblico esercizio che occupa un locale commerciale di nove metri quadri abbia un dehors di duecento metri quadri. Le dimensioni delle strutture che si trovano su suolo pubblico devono essere adeguate a quelle degli spazi interni. Si tratta di una questione di giustizia nei confronti di quanti hanno sviluppato la loro attività adeguandola di volta in volta alle normative. Non è corretto che chi è arrivato dopo la ‘riforma’ regionale in materia ne tragga vantaggi. Anche perché i costi di gestione vanno ovviamente a favore di chi ha spazi sproporzionati tra interno ed esterno. Altrimenti tanto vale abbandonare l’idea di avere un centro storico fatto di ‘botteghe storiche’ e optare per lo street food”.

La richiesta di “riforma” da parte di Ascom è già partita e nei prossimi giorni i rappresentanti delle categorie incontreranno i rappresentanti dell’amministrazione di Giorgio Cangiano.

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