Operazione michelangelo

A rifornirsi di droga con figlio e cane: genitori pusher arrestati dai carabinieri fotogallery

Vendevano la cocaina procurata da due fratelli albanesi: il giro di affari stimato era di mezzo milione al mese

Borghetto Santo Spirito. Una coppia di coniugi italiani utilizzava, forse come “copertura”, il figlio di sette anni e il suo fedele cane per apparire una tranquilla famigliola, ma in realtà trattava con due albanesi l’acquisto di cocaina da rivendere poi sul mercato savonese. E’ questo il quadro emerso dall’indagine conclusa dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Albenga denominata “Michelangelo” e che ha permesso di smantellare una gang dedita allo spaccio di ingenti quantitativi di cocaina.

Il gruppo era formato da due fratelli albanesi incensurati, Migert e Kridis Domi, e da una coppia di coniugi italiani. I primi due gestivano (per conto di grossisti del nord Italia) il mercato della provincia savonese smerciando la droga in quantitativi mai inferiori ai 50 grammi. I due italiani provvedevano invece allo spaccio “al dettaglio” rivendendo lo stupefacente già confezionato in singole dosi. Secondo quanto accertato, la presenza del marchio della “Medusa” confermerebbe che la cocaina arriva dal Sudamerica e sarebbe di qualità purissima.

Dopo due mesi di serrate indagini con costanti appostamenti e pedinamenti i carabinieri sono arrivati a scoprire il covo della gang ed i nascondigli dello stupefacente nella zona di via Michelangelo (da cui il nome dell’operazione) a Borghetto. Nella serata di ieri, poi, i militari hanno fatto scattare il blitz: dopo l’ennesimo scambio di stupefacente, i due albanesi sono stati arrestati in flagranza di reato in piazza della Libertà, nel pieno centro della cittadina rivierasca. Al momento del fermo erano a bordo di una Golf solitamente utilizzata per l’attività di spaccio.

Contemporaneamente, i carabinieri hanno anche controllato i due luoghi in cui gli stranieri solitamente custodivano i carichi di droga da distribuire: uno era all’interno di un boschetto nei pressi della loro abitazione, l’altro era stato ricavato in un’intercapedine di un muro di uno stabile in costruzione nei pressi di Pineland. Proprio in quest’ultimo nascondiglio, che i carabinieri hanno individuato dopo ore di appostamenti, è stata ritrovata la maggior parte dello stupefacente sequestrato, circa un chilo e 700 grammi di cocaina.

Operazione antidroga dei carabinieri: arrestati

Gli albanesi preparavano confezioni sottovuoto da 50 grammi che poi venivano nascoste in barattoli di vetro interrati all’interno del bosco adiacente al loro condominio pronti per essere venduti ai clienti. Ogni confezione aveva un valore all’ingrosso di circa duemila e 500 euro. Ogni settimana i “grossisti” ricevevano circa 2 chili di stupefacente del valore di 160 mila euro; secondo le stime, lo stupefacente tagliato permetteva loro di mettere insieme ogni mese mezzo milione di euro di introiti. Il loro “campo di azione” comprendeva di certo l’intera provincia di Savona, ma non si esclude che avessero clienti anche nel resto della Regione.

Operazione antidroga dei carabinieri: arrestati

Mentre gli albanesi svolgevano il ruolo di “grossisti”, la coppia di coniugi italiani provvedeva alle cessioni al dettaglio. Il giro d’affari garantiva alla gang un guadagno impressionante grazie alla notevole “richiesta di mercato”. Solo la coppia italiana poteva arrivare a guadagnare circa 6 mila euro al mese. Durante l’ultimo scambio avvenuto ieri, la coppia ha dimostrato la più totale assenza di scrupoli presentandosi all’incontro con il figlio di sette anni e il loro cane, che giocavano tranquillamente mentre i genitori trattavano l’acquisto dello stupefacente.

A seguito delle perquisizioni è stato possibile rinvenire a casa della coppia il sacchetto appena acquistato da 50 grammi, oltre ad altri 80 grammi custoditi in un cassetto del comodino della camera da letto dei genitori e che era facilmente accessibile al bambino.

I quattro sono stati tutti arrestati e accompagnati presso i carceri di Savona e Pontedecimo e sono a disposizione del Pm Chiara Venturi. L’interrogatorio davanti al gip Fiorenza Giorgi per la convalida del fermo è stato fissato per venerdì mattina.

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