Silenzio

Savona, tentato omicidio in corso Ricci: Costa e Invincibile si avvalgono della facoltà di non rispondere fotogallery

Al gip ha detto: "Sto patendo, sto soffrendo. Penso a papà e non me la sento di parlare"

Savona.Sto patendo, sto soffrendo. Penso a papà e non me la sento di parlare“. Sarebbero le poche parole pronunciate questa mattina davanti al giudice Fiorenza Giorgi da Rinaldo Costa, il 52enne di Savona arrestato insieme al 43enne Andrea Invincibile per il tentato omicidio di Renato Costa, il pensionato di 80 anni che nella tarda mattinata di sabato è stato assalito nel suo appartamento di corso Ricci.

In tribunale a Savona questa mattina si sono svolti gli interrogatori dei due fermati. Il primo a comparire davanti al Gip è stato proprio Costa, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. “Proprio in considerazione dello stato psico-emotivo in cui si trova, il mio assistito ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere” ha spiegato l’avvocato Francesca Aschero che lo difende.

Andrea Invincibile, che ha nominato come avvocato di fiducia Lucrezia Novaro, ha raggiunto il palazzo di giustizia in un secondo momento: anche lui si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice ha convalidato l’arresto per entrambi confermando anche la custodia cautelare in carcere.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, che hanno indagato sull’episodio, il signor Costa è stato aggredito in casa da Invincibile che era stato incaricato dall’amico Rinaldo, figlio dell’uomo, di uccidere il padre.

Savona, assolda un killer per uccidere il padre

Un delitto su commissione (pare che il killer si fosse accordato per farsi pagare diecimila euro) che sarebbe stato organizzato perché il figlio dell’ottantenne temeva che l’eredità del padre non finisse a lui. Sembra infatti che Rinaldo Costa avesse paura che il padre potesse intestare tutto alla sua nuova compagna, Sheila Bhunnoo Begum, una quarantanovenne originaria delle Isole Mauritius. Un timore che, tra l’altro, adesso diventerà concreto: come gli ha ricordato questa mattina il gip Giorgi, a causa del suo comportamento, sarà infatti applicato l’istituto dell’indegnità a succedere (che prevede proprio per chi uccide, o tenta di farlo, la persona dalla quale deve ereditare la perdità del diritto alla successione).

Di qui la terribile decisione di far uccidere il padre dall’amico e l’elaborazione del piano diabolico che, fortunatamente, anche grazie alla reazione della vittima, non si è concretizzato.

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