Nel tunnel

Pd ligure: tra balzi in avanti e polemiche sussurrate l’unità resta una chimera

Il vice di Renzi doveva essere domani in Liguria, Guerini arriverà invece il 6 novembre

cronaca

Genova. Il vicesegretario del partito democratico Lorenzo Guerini sarà a Genova venerdì 6 novembre e insieme al commissario del Pd ligure David Ermini incontrerà i segretari del circoli dem per illustrare le modifiche allo statuto del partito che saranno presentate e votate dall’assemblea nazionale del Pd a dicembre.

Tra le modifiche che verranno proposte ci sono le nuove regole con cui saranno scelti i segretari regionali oggi eletti con primarie aperte, ma dal prossimo anno, se le modifiche saranno ratificate dall’assemblea, votati solo tra gli iscritti al partito. Per questo il congresso del Pd ligure, oggi commissariato dopo le polemiche seguite alla sconfitta nelle elezioni regionali di maggio, è stato rinviato a alla prossima primavera.

L’arrivo del vice di Renzi in un primo tempo era previsto per domani sera per un incontro organizzato dai renziani del partito ufficialmente per fare il punto sulle riforme del governo Renzi. Il ’summit’ voluto da Paita, Rossetti, Miceli e pare dallo stesso Claudio Burlando – che dopo il lungo stop post elezioni sembra essere tornato in campo – secondo alcuni avrebbe avuto lo scopo di ricompattare il fronte renziano a sua volta suddiviso in diverse correnti, secondo altri addirittura quello di tastare il terreno rispetto al nome che i Renziani metteranno sul piatto come proprio candidato al congresso. Lo stop, o meglio il rinvio dell’incontro che a questo punto dovrebbe tenersi il 6, a margine di quello con i circoli, sembra essere stato sollecitato direttamente da Roma e caldeggiato dal commissario David Ermini che sta facendo i salti mortali per tentare di dare una parvenza di unità al partito.

Proprio ieri Ermini ha scelto un gruppo di lavoro in perfetto stile ‘manuale Cencelli’ con tre renziani e tre cuperliani. Per i renziani i nomi sono quelli di Massimiliano Morettini (ex Arci ed ex assessore comunale del Pd, impegnato in prima linea nella campagna elettorale di Raffaella Paita), Alberto Pandolfo (consigliere comunale e portavoce genovese del ministro Roberta Pinotti) e Sara Di Paolo (renziana della prima ora e già membro della segreteria provinciale e di quella regionale).

I cuperliani, anagraficamente più giovani dei sostenitori del premier ‘rottamatore’ sono Viola Boero, che aggiunge il nuovo incarico a quello che già svolge nella segreteria provinciale, Federico Tanda, segretario dei giovani democratici e Giorgio Ravera che era nella ex segreteria di Terrile e oggi è responsabile dell’organizzazione della Festa dell’Unità provinciali.

Polemiche e lamentele anche in questo caso non mancano: c’è chi critica la scelta giudicandola “poco innovativa, visto che si tratta di persone che avevano già tutti incarichi nel partito” e chi fa notare come “sia rappresentata solo Genova”.

I diretti interessati però credono fortemente nel lavoro che sta compiendo il commissario “che sta lavorando nell’unico modo possibile per evitare ulteriori fratture” commenta Sara Di Paolo. Fratture che sembrano sempre sul punto di riesplodere anche se al momento restano seminascoste sotto il tappeto. L’esempio più recente e forse più eclatante è la conferenza stampa organizzata da Lella Paita (e ufficialmente da tutto il gruppo regionale del Pd) infelicemente titolata ‘I primi cento giorni …se avessimo governato noi’, che ha fatto storcere il naso a diversi dirigenti del partito. I giudizi e i commenti si sprecano ma per ora, si esauriscono nei corridoi e le polemiche sono sempre lì, pronte a deflagrare di fronte al prossimo balzo in avanti della ‘parte avversa’.

“E’ evidente che qualcuno sta cercando di buttarsi avanti rispetto al lavoro che stiamo facendo e a quello che sta facendo la base del partito – dice Viola Boero – come ha dimostrato l’esperienza dello scorso fine settimana con i circoli aperti. Ci auguriamo che i dirigenti del partito prendano esempio e lavorino per l’unità”.

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