Savona. Con l’interrogatorio del sindaco di Vado e presidente della Provincia di Savona Monica Giuliano è ufficialmente iniziata la serie di faccia a faccia tra gli indagati nell’inchiesta sulla centrale e i pm Daniela Pischetola e Vincenzo Carusi, che hanno ereditato l’inchiesta sul caso Tirreno Power dai colleghi Francantonio Granero e Maria Chiara Paolucci.
L’audizione del primo cittadino vadese, come da programma è iniziata alle 15,30 di questo pomeriggio. Monica Giuliano, che deve rispondere del reato di abuso d’ufficio, si è presentata in Procura accompagnata dal suo legale, l’avvocato Mariangela Piccone.
Nel corso della lunga audizione il sindaco ha voluto chiarire la sua posizione a proposito delle contestazioni mosse dagli inquirenti. Nello specifico Monica Giuliano deve rispondere dell’accusa di abuso d’ufficio in relazione alla delibera di giunta comunale del 30 settembre del 2014 (poi sospesa il 29 novembre 2014) nella quale si esprimeva il parere favorevole sul rinnovo anticipato dell’AIA per la centrale di Vado Ligure in vista della riunione del gruppo istruttore della commissione IPPC. La stessa delibera che era stata approvata anche dal comune di Quiliano, dalla Provincia e dalla Regione e che “validava” la proposta che secondo la Procura, di fatto, era stata redatta seguendo le indicazioni di Tirreno Power, per riavviare i gruppi a carbone finiti sotto sequestro. Alla Giuliano, come sindaco, ma anche come presidente della Provincia, viene poi contestato di aver espresso un parere sanitario favorevole nella conferenza dei servizi del 4 dicembre 2014, sempre relativa al rilascio della nuova autorizzazione integrata ambientale per Tirreno Power.
Nelle prossime settimane gli interrogatori nell’ambito dell’inchiesta Tirreno Power continueranno. Tra i prossimi indagati ad essere sentiti ci saranno gli ex sindaci di Vado e Quiliano, Carlo Giacobbe e Nicola Isetta, ma anche all’attuale primo cittadino quilianese Alberto Ferrando.
In totale le persone coinvolte nell’inchiesta sulla centrale sono 86 tra dirigenti di Tirreno Power, pubblici amministratori e funzionari dei Comuni di Vado Ligure e Quiliano, ma anche di Provincia, Regione e del Ministero dell’Ambiente. I capi d’imputazione contestati – a vario titolo ed in concorso – sono in tutto sei e comprendono i reati di disastro ambientale colposo aggravato, disastro sanitario colposo aggravato, abuso d’ufficio, disastro colposo aggravato e omicidio colposo plurimo.
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