Surroghe

Consiglio regionale, dimissionari gli assessori Cavo e Giampedrone: entrano Franco Senarega e Laura Lauro

Il M5S: "Alla faccia dei costi della politica, questa operazione costerà ai liguri 1,2 mln d euro in più"

consiglio regionale liguria

Liguria. Il Consiglio regionale ha preso atto, con 15 voti favorevoli (maggioranza) 9 astenuti (Pd), 6 contrari (Rete a sinistra e Mov.5stelle), delle dimissioni dell’assessore Ilaria Cavo da consigliere regionale, che erano state presentate il 29 settembre scorso.

Il seggio è attribuito al primo dei candidati non eletti inclusi nella lista regionale e, qualora questa abbia esaurito i propri candidati, al gruppo di liste con lo stesso contrassegno, secondo la graduatoria compilata dall’Ufficio Centrale Regionale. Poiché la lista regionale Giovanni Toti Liguria, con cui era stata eletta Ilaria Cavo, ha esaurito i propri candidati, il seggio viene assegnato alla circoscrizione che ha ottenuto il resto maggiore: secondo la graduatoria predisposta dall’Ufficio Centrale Regionale la lista con il più alto numero di voti residuati è Lega Nord Liguria – Salvini, che ha già ottenuto, con i voti residuati, eletti nelle circoscrizioni La Spezia e Imperia: il seggio vacante è stato, quindi, attribuito al primo dei non eletti della circoscrizione di Genova: Franco Senarega.

Il Consiglio regionale ha poi preso atto, con 15 voti favorevoli (maggioranza) 9 astenuti (Pd), 6 contrari (Rete a sinistra e Mov.5stelle), delle dimissioni dell’assessore Giacomo Giampedrone, da consigliere regionale, che erano state presentate il 29 settembre scorso.

Il seggio è attribuito al primo dei candidati non eletti inclusi nella lista regionale e, qualora questa abbia esaurito i propri candidati, al gruppo di liste contrassegnate dallo stesso contrassegno, secondo la graduatoria compilata dall’Ufficio Centrale Regionale. Poiché la lista regionale Giovanni Toti Liguria, con cui era stato eletto Giacomo Giampedrone il seggio viene attribuito alla circoscrizione che ha ottenuto il resto maggiore: secondo la graduatoria predisposta dall’Ufficio Centrale Regionale, nel gruppo di liste quella con il più alto numero di voti residuati è Forza Italia, che ha già ottenuto con i voti residuati eletti nelle circoscrizioni Savona e Imperia: il seggio vacante è stato, quindi, attribuito al primo dei non eletti della circoscrizione di Genova, cioè Laura Lauro.

La Giunta delle elezioni procederà alla verifica dei titoli di ammissione dei consiglieri.

La votazione è stata preceduta dal dibattito con le dichiarazioni di voto Alice Salvatore (Movimento 5 Stelle), pur riconoscendo l’impegno dimostrato in questi primi tre mesi di incarico dei due assessori, ha aggiunto: “Visto il loro curriculum non reputiamo, però, che Cavo e Giampedrone siano esperti nella materia, quale dovrebbe essere un assessore esterno e ci opponiamo alle dimissioni perché comportano solo un costo aggiuntivo per l’Assemblea regionale: questa operazione costerà alle casse pubbliche altri due (munifici) stipendi. Parliamo di 8.800 euro al mese + 2.200 euro di spese di mandato al mese. Totale: 11mila euro lordi al mese a testa. Calcoli alla mano, l’ingresso di Lauro e Senarega costerà ai cittadini la bellezza di 1 milione e 200mila euro circa. Alla faccia della spending review e dei tagli alla politica sbandierati a parole da Toti in campagna elettorale”.

“E il Pd che fa? Si agita, lancia accuse, moralizza a parole. Ma, alla prova dei fatti, al voto decisivo ha scelto di astenersi, legittimando di fatto i degni successori di una politica che ragiona su calcoli e convenienze personali. Le loro. Un messaggio che più chiaro di così non si può: così fan tutti. Tanto lo scontrino lo pagano sempre i cittadini” conclude Alice Salvatore.

Sergio Rossetti (Pd) ha ricordato le polemiche sollevate nella precedente legislatura della allora minoranza di centro destra contro la possibilità di nominare gli assessori esterni e ha accusato l’attuale maggioranza di poca coerenza. “E’ legittimo – ha aggiunto – che un consigliere si dimetta ed è legittimo che presidente della giunta cerchi nel ruolo di assessore persone anche fuori dal Consiglio, che poi saranno valutate nel tempo per il loro operato, ma qui siano in un’altra situazione, queste dimissioni sono un atto politico: noi abbiamo due consiglieri che si dimettono ma continuano a frequentare l’aula con funzioni fondamentali e consentono ad altri due non eletti di entrare in Consiglio. Quindi moltiplichiamo i costi senza una maggiore rappresentatività”. Rossetti ha collegato, infine, le dimissioni di Cavo e Giampedrone alla recente sentenza del Tar che aveva respinto il ricorso con cui il presidente Toti aveva chiesto di allargare la maggioranza con altri due consiglieri.

Giovanni Pastorino (Rete a sinistra) si è dichiarato contrario alle dimissioni: “Due assessori esterni costeranno circa 300 mila euro all’anno in più con un aggravio sui cinque anni di un milione e mezzo di euro. Una somma che potrebbe essere utilizzata diversamente – ha aggiunto – proprio ora che saremo costretti a dare risposte negative, per carenza di fondi in bilancio, per situazioni di grave disagio per tanti lavoratori”. Pastorino ha poi rilevato che le dimissioni dei due consiglieri non rispetterebbero la volontà degli elettori: “La competizione elettorale non è solo un confronto fra programmi, ma anche sulla credibilità delle persone che viene misurata proprio nel voto, quindi viene meno il risultato elettorale”.

Giovanni Barbagallo (PD), rivolgendosi ai consiglieri di centrodestra, ha sottolineato come nella passata legislatura non ci sia stata la volontà politica di modificare la legge elettorale per avere una maggioranza più ampia.

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