Savona. In principio fu Alessandro Parino: era stato infatti l’avvocato savonese, noto in politica per la sua lunga militanza in Comune come consigliere di minoranza fin dai tempi di Alleanza Nazionale, il primo a “lanciarsi” nella volata che porterà, la prossima primavera, ad eleggere il nuovo sindaco di Savona. Parino lo annunciò in occasione di una visita di Giorgia Meloni al campo rom: la sua candidatura, però, rientrò ben presto in nome dell’unità del centrodestra, mai come questa volta deciso ad “ammainare lo straccio rosso” (per dirla alla Vaccarezza) da Palazzo Sisto. Non che quella candidatura fosse una boutade: ma se il nome di Parino è ancora sul tavolo, quel tavolo giace al momento nelle segrete stanze in cui il centrodestra sfoglia la rosa alla ricerca del nome vincente. E, nel caso, da lì riemergerà: vincitore oppure rimpiazzato da un leghista (Massimo Arecco?), una figura della società civile (Matteo Debenedetti?) o chissà.
Se nel centrodestra quindi tutto tace, è a sinistra che arrivano i primi, veri, botti della campagna elettorale. A lanciarli è Tiziana Saccone, ex insegnante con una lunga storia politica alle spalle (si occupava di ambiente già ai tempi dell’Ulivo): “Ho parlato con Ermini – annuncia – e mi ha garantito che il Pd farà le primarie. In tanti mi hanno proposto di candidarmi per portare la mia esperienza e le mie capacità dimostrate in questi anni: è una richiesta partita dal basso, e ho deciso di accettare“.
Per lei tanto volontariato ma nessun incarico amministrativo: un ruolo di assessore sfiorato diverse volte, sia ai tempi del sindaco Ruggeri che nella seconda giunta Berruti, ma mai concretizzatosi. Un aspetto di cui va orgogliosa: “Da questo punto di vista sono un po’ ‘grillina’, pur avendo molta esperienza politica non ho mai preso un soldo pubblico. Le mie ‘poltrone’ sono sempre state elettive, dovute al consenso, e mai retribuite. Questo mi rende una persona libera e autonoma senza paura di perdere una posizione: questa è la mia forza, fare politica per pura passione. E per questo posso essere per il Pd una buona opportunità, di vero rinnovamento: vedremo se la sapranno cogliere“.
Perché nel 2016 a Palazzo Sisto sieda il sindaco Saccone, però, c’è tanto lavoro da fare: primo di questi, a quanto sembra, convincere gli stessi compagni di partito che lei, disabile da 30 anni per un errore medico (“una sciagura che mi ha regalato tenacia e determinazione”), possa essere la scelta giusta per la città. Operazione che pare complessa: “Ho chiesto al segretario provinciale Fulvio Briano un incontro per sottoporgli le mie idee, già ai tempi delle primarie tra Paita e Cofferati. Non me l’ha mai rifiutato formalmente, ma ha continuato a rinviare per mesi e mesi, e alla fine ho deciso di rivolgermi direttamente a Ermini il quale, pur venendo a Genova una sola volta a settimana, mi ha incontrato. E’ stato lui a farmi questa promessa: a Savona si faranno le primarie. E io parteciperò”.
Con quali sfidanti? “Mi aspetto di sicuro la presenza di Di Tullio – conferma Saccone – a cui potrebbero aggiungersi Isabella Sorgini e magari Barbara Pasquali. Ma sono convinta di potermi misurare con loro, in modo leale: me lo chiedono tanti cittadini, conoscendo la mia storia politica e la mia formazione. E potrei essere un buon sindaco: la mia lotta all’handicap ed il fatto che io abbia sempre raggiunto gli obiettivi che mi prefissavo hanno determinato nella gente una fiducia e una stima trasversali rispetto ai partiti”.
Se saranno primarie, spiega, sarà pronta ad accettare una eventuale sconfitta; senza primarie, invece, è pronta a lanciarsi nell’avventura con una lista civica. “La paura delle primarie mi pare strumentale, per poter imporre un candidato che in questo caso sarebbe Di Tullio, che ha deciso da tempo di provarci. Lo apprezzo per il suo pragmatismo, e potrebbe anche essere un buon sindaco: ma credo che se il Pd non andrà verso un rinnovamento perderà alla grande, perché ormai è squalificato. Non sento altro che persone dire ‘io voto Grillo’: questo è inammissibile, noi abbiamo una storia e dovremmo riuscire a recuperare quell’elettorato ‘disamorato'”.
Già, Grillo: anche il Movimento 5 Stelle “rischia” di avere un ruolo fondamentale nella tenzone, con chance di successo concrete e impensabili fino a un paio di anni fa. Le voci di corridoio parlano di una frangia più moderata all’opera per individuare un “nome”, un candidato noto in grado che abbracci le idee pentastellate ma sia in grado, con la sua storia, di colmare il gap che separa il M5S dalla vittoria; i sondaggi sarebbero già iniziati, ma finora senza successo. Una sorta di “Ferruccio Sansa” savonese che però sarebbe indigesto alla corrente più “integralista”, che spingerebbe per candidare, come da tradizione, un volto meno noto indirizzando i voti sul programma anziché sulla persona.
Anche in questo caso la battaglia è appena iniziata: il totosindaco 2016, a Savona, si preannuncia uno dei più interessanti e combattuti degli ultimi 20 anni.